ITALIANI E TEDESCHI quali bambini hanno più libertà?
DEUTSCHE ELTERN – heißt es – sind STRENG. Dabei sind es die FREIHEITEN DEUTSCHER KINDER, von denen italienische Kinder träumen: im Dreck spielen,
draußen unterwegs sein, ohne mit Argusaugen beobachtet zu werden.
Michael: Stai ridendo da sola da cinque minuti.
Marina: Pensavo al matrimonio di Chiara e Peter, ieri. Michael: E allora?
Marina: Pensavo alle differenze fra gli invitati italiani e tedeschi. In particolare fra i bambini: i piccoli italiani erano in giacca e cravatta, avevano abiti firmati e una bambina portava persino un fantastico paio di guanti bianchi. I bambini tedeschi erano eleganti e carini, ma non indossavano certo abiti da cerimonia cari.
Michael: E quindi?
Marina: Gli uni erano costretti a rimanere seduti a tavola per non sporcarsi e facevano delle faccette buffe e sofferenti, gli altri scorrazzavano felici per i prati.
Michael: Ma non mi dici niente di nuovo. Ancora mi ricordo l’orrore degli amici italiani quando venivano a trovarci in Germania, a Duisburg, e notavano che nel Kantpark i giochi per i bambini erano delle catapulte ideate per giocare con il fango.
Marina: Gli italiani affermano sempre che i tedeschi sono rigidi con i bambini e non si accorgono che è vero il contrario. I bambini tedeschi godono di una libertà incomparabile: possono arrampicarsi sugli alberi, immergersi fino alla testa nel fango, fare il bagno nei fiumi, spogliarsi completamente senza scandalizzare nessuno…
Michael: Non mi scorderò mai il portiere del nostro stabile, qui a Roma, che mi ha fatto la ramanzina perché portavo nostra figlia al parco. “È troppo umido!” mi diceva.
Marina: E i pochi bambini che vanno al parco, ci vanno con i nonni o con le baby sitter. Le baby sitter chiacchierano fra di loro e li legano al passeggino. Le nonne strillano: “Non correre, non ti sporcare il vestitino!”
Michael: Ma il culmine lo raggiunge la scuola. Eravamo obbligati ad accompagnare nostra figlia e ad andare a riprenderla. Fino ai 14 anni! E se non lo fai, ti arrestano per abbandono di minore! Marina: Ti ricordi le corse per arrivare puntualissimi a scuola? Che incubo! Per fortuna è finita! Michael: Ho letto però poco tempo fa, sul giornale, che le cose oggi sono un po’ cambiate. I genitori possono firmare un’autorizzazione scritta per consentire al figlio di tornare a casa da solo; una liberatoria in cui si specifica che la scuola non ha nessuna responsabilità se succede qualcosa al ragazzo nel tragitto che percorre fra casa e scuola. Marina: Ma non tutte le scuole l’accettano. E poi non vale per i bambini delle elementari, ma solo per quelli delle medie.
Michael: Io mi ricordo l’invidia di nostra figlia per quella lunga fila di monopattini, skate e biciclette parcheggiate nei cortili verdi delle scuole elementari di Bonn.
Marina: E a lei toccava andare a piedi, scortata dalla mamma o dal papà. Che noia, poveretta!