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ome gran parte degli stati europei, anche l’Italia ha conosciuto il morbo del nazionalismo e dell’imperialismo. È storia. Tutti conoscono il nazio nalismo italiano, che negli anni Venti del XX secolo è sfociato nel fascismo, ma l’avventura coloniale italiana è meno nota. È un’avventura piena di luci, ma soprattutto di ombre, che comincia subito dopo l’unificazione, nel 1861. Il primo tentativo di creare una colonia italiana in Africa fallisce però miseramente. Bisogna attendere fino al 1882, quando la compagnia di navigazione Rubattino acquista il porto di Assab, in Eritrea, e la presenza italiana comincia piano piano a estendersi a tutta l’Eritrea e a parte della Somalia.
L’ambizione è però quella di conquistare tutto il Corno d’Africa. L’Italia si scontra dunque con l’Etiopia di Menelik II (1844-1913), nella cosiddetta guerra d’Abissinia (1895-1896), dalla quale esce sconfitta, dopo memorabili battaglie come quella dell’Amba Alagi (1895) o l’assedio di Macallè (1895-1896). Addio sogni di gloria? Non proprio. Nel 1912, in seguito alla guerra italo-turca (1911-1912), l’Italia occupa la Cirenaica e la Tripolitania, futuri nuclei della Libia italiana. La presenza italiana in Africa si consolida durante il fascismo che, dopo l’annessione dell’Etiopia nel 1936, proclamerà l’impero. Sarà quello l’inizio della fine.