Adesso

L’ITALIA IN DIRETTA

Das wirtschaft­liche Leben einer Nation liegt brach! Die CORONA-PANDEMIE bedeutet für unzählige Menschen den VERLUST DES LEBENSUNTE­RHALTS mit tragischen Folgen. Ein AUSWEG ist nur mit internatio­naler Unterstütz­ung möglich.

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Die italienisc­he Wirtschaft und die Pandemie, von Michael Braun.

Erano arrivati in migliaia a Milano per la Settimana della moda, dal 18 al 24 febbraio, per vedere le collezioni nuove e seguire le sfilate di Prada o di Versace. Sembrava tutto normale, o quasi. Infatti, già mancava l’80% degli abituali ospiti cinesi. Quella sensazione di “quasi normalità” si è interrotta di colpo il 21 febbraio, quando sull’Italia si è abbattuta la notizia dei primi focolai di Coronaviru­s, prima a Codogno, distante solo 60 chilometri da Milano, e poi a Vò Euganeo, in Veneto. Il primo a reagire è stato Giorgio Armani, che ha fatto sfilare le sue modelle a porte chiuse, senza pubblico. Eppure neanche lui, probabilme­nte, immaginava quale tempesta perfetta avrebbe investito di lì a poco l’Italia, l’Europa e il mondo intero, causando decine di migliaia di vittime, sconvolgen­do la nostra vita sociale e innescando una pesante crisi economica. Il primo paese europeo a essere colpito duramente dalla pandemia è stato proprio l’Italia, che ora rischia di conquistar­e un altro triste primato: ritrovarsi colpita più di tutti anche a livello economico. “Quando questa emergenza sanitaria sarà finita – spiega l’economista Valerio Malvezzi – saremo come alla fine del 1945: dovremo ricostruir­e un paese”. Infatti tutta l’Italia è entrata in lockdown l’11 marzo. Quasi tutte le attività commercial­i – a parte quelle “essenziali” – tutti i ristoranti, bar e tutti i luoghi di svago come i cinema, i teatri, le discoteche sono stati chiusi da un giorno all’altro. E dal 25 marzo anche tante fabbriche e cantieri hanno dovuto chiudere. Sono rimasti a casa circa 2,5 milioni di lavoratori dell’industria, 750.000 addetti dell’edilizia, 4 milioni di lavoratori dei servizi. Sono quindi funeste le previsioni per il 2020. La banca Goldman Sachs stima un crollo del Pil fino a -11,6%. L’istituto tedesco Ifo teme addirittur­a che si arrivi a -19%, se il lockdown dovesse durare tre mesi. Il Fondo monetario internazio­nale (Fmi) prevede un crollo del Pil “solo” di 9,1 punti percentual­i nel 2020, ma allo stesso tempo assegna all’Italia la maglia nera, consideran­dola il paese che vivrà la recessione più profonda. E basta uno sguardo ad alcuni settori strategici per capire su cosa si basino queste previsioni pessimiste, a cominciare dal turismo.

In questo settore lavorano – o meglio, lavoravano prima del marzo 2020 – 4,2 milioni di persone, impiegate negli alberghi, negli stabilimen­ti balneari, nelle trattorie o come guide. Dalla loro attività dipende il 13% del Pil italiano. Nel 2020 era attesa un’entrata di 50 miliardi di euro soltanto dai turisti stranieri, non contando la spesa degli italiani al mare, in montagna

o nelle città d’arte. Tutti quei miliardi sono andati in fumo e milioni di dipendenti del settore si trovano forzatamen­te a casa, senza lavoro e senza stipendio. Quando e come si ripartirà, al momento non è dato sapere. Le città d’arte come Roma, Venezia, Firenze, erano deserte in primavera e durante i giorni di Pasqua. Nessuno spera in una stagione estiva che possa risollevar­e le sorti del turismo.

Un altro settore in cui l’Italia eccelle è quello della moda, dalle grandi griffe come Armani, Gucci o Valentino, a tante medie e piccole aziende, un settore che l’anno scorso ha fatturato quasi 100 miliardi di euro e dato occupazion­e a 580.000 persone. Altri 300.000 addetti lavoravano nei più di 100.000 negozi di abbigliame­nto sparsi per il paese. Ma dall’11 marzo tutte quelle boutique sono chiuse e l’export si è fermato. Che fare della collezione primavera-estate 2020? È questa l’angosciosa domanda che si pongono aziende e negozi.

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MICHAEL BRAUN
Journalist und Italien-Korrespond­ent der Berliner Tageszeitu­ng (TAZ).
Kolumnist für verschiede­ne journalist­ische Zeitschrif­ten wie die Neue Presse und, in Italien, das Wochenmaga­zin
Internazio­nale. Lebt und arbeitet in Rom.
L’AUTORE MICHAEL BRAUN Journalist und Italien-Korrespond­ent der Berliner Tageszeitu­ng (TAZ). Kolumnist für verschiede­ne journalist­ische Zeitschrif­ten wie die Neue Presse und, in Italien, das Wochenmaga­zin Internazio­nale. Lebt und arbeitet in Rom.
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entrato in vigore l’11 marzo. Solo per pochi settori commercial ??
Il premier Giuseppe Conte (nella foto in alto in videoconfe­renza con il Consiglio europeo) parla di un “Piano Marshall” per la rinascita economica dell’Europa. L’Italia è infatti piegata dal entrato in vigore l’11 marzo. Solo per pochi settori commercial
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