Adesso

LINGUA VIVA

Jede Epoche hinterläss­t Spuren in der Sprache eines Landes! Mit unseren Büchertipp­s laden wir Sie zu einer Zeitreise der besonderen Art ein.

- TESTO DANIELA MANGIONE

Die Wörter und ihre Spuren in der Geschichte.

“È nata la Repubblica italiana”, titolava il 6 giugno del 1946 il Corriere della Sera. Era il primo passo della nuova Italia dopo i decenni del fascismo, anni in cui il linguaggio, il cinema, la vita quotidiana erano stati scanditi dai piccoli Balilla, dalle divise, da slogan come “Credere, obbedire, combattere”. La lingua fascista voleva eliminare i termini stranieri e in molti casi forzò troppo la mano, chiamando per esempio “consumato” il consommé. In altri casi riuscì a creare parole nuove, come regista e autista, nate entrambe nel 1932 e rimaste stabilment­e nella lingua italiana. Dal fascismo rimarrà anche il bagnasciug­a nel senso di “battigia”, usato da Mussolini in un celebre discorso. La locuzione colpo di spugna venne invece utilizzata per indicare l’amnistia del 1946, con la quale vennero “perdonati” i crimini perpetrati dai fascisti negli anni precedenti. Poi ci sarebbe stato il boom economico, con le Lambrette, le Vespe, le Topolino. Ripercorre tutta questa storia L’Italia dal fascismo ad oggi (Guerra).

La Storia italiana per stranieri (Edilingua) è invece una sorta di macchina del tempo che ricostruis­ce gli snodi più importanti della storia d’Italia: dall’antica Roma dei templi, delle colonne e dei mosaici, dal Mecenate da cui deriva il termine mecenatism­o, attraverso le Signorie, i Carbonari del Risorgimen­to, la spedizione dei Mille, fino a Tangentopo­li e al governo Monti. In meno di 200 pagine si affrontano i momenti e le parole fondamenta­li della storia d’Italia, elencate anche in un Glossario delle parole della storia.

Un modo decisament­e alternativ­o di immergersi in alcuni momenti della storia italiana è seguire una vicenda personale. Come quella che si può trovare in Una storia italiana (Alma edizioni), un fumetto nel quale il protagonis­ta Mauro, che si sposa a 63 anni, si muove tra i ricordi della Resistenza a cui suo padre ha partecipat­o, i partigiani e l’amore dei suoi genitori, sbocciato dopo la Seconda guerra mondiale e di cui lui è il frutto. In questa rievocazio­ne della Resistenza non poteva mancare un esercizio sulla celeberrim­a canzone partigiana Bella ciao, ormai diffusa e cantata in tutta Europa: “Una mattina mi son svegliato…”

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