Milanese d’origine e romano d’adozione, Giorgio Manganelli è stato uno scrittore di grande importanza nella scena letteraria italiana. Anche se non arrivò mai a essere apprezzato dal grande pubblico, forse perché “difficile”, fu tra gli intellettuali che più attivamente costruirono la cultura italiana del dopoguerra. Fece parte del movimento letterario di neoavanguardia Gruppo 63, pubblicando molti racconti e romanzi, traducendo e scrivendo per i maggiori giornali e riviste. Fu anche consulente delle case editrici Mondadori, Einaudi e Adelphi. Erede della migliore letteratura, quella che si alimenta di tutta la parabola compiuta dalla cultura dell’Occidente, dai classici al Medio evo, al Rinascimento fino ai giorni nostri, Manganelli appare ostico a chi è abituato a leggere solo bestseller o narrativa di genere. Come avviene per le altre opere ripubblicate e considerate ora veri e propri classici del Novecento, Dall’inferno è una raffinata metafora della situazione fragile e incerta in cui l’individuo è venuto a trovarsi nel momento della disgregazione della civiltà letteraria, di fronte all’emergente civiltà del consumo e dell’immagine.