Adesso

PASSAPAROL­A

Gestikulie­ren ist absolut angesagt, von Renata Beltrami.

- Ihre Meinung ist gefragt adesso@spotlightv­erlag.de

Ci hanno sempre preso in giro per la nostra tendenza a gesticolar­e. Lo stereotipo dell’italiano che quando va all’estero usa le mani per spiegarsi sopravvive dai tempi dei film di Totò, ma ora è arrivato il momento della rivincita. L’uso prolungato della mascherina e l’obbligo della distanza hanno fatto riscoprire a tutti l’emozione in parte perduta dei gesti. Senza strette di mano né carezze, i rapporti sociali hanno trovato nuo ve modalità di espression­e. Le mani ci servono per comunicare, possono rinforzare un messaggio con un codice non verbale aggiungend­o la componente emotiva che potrebbe andare persa usando solo le parole. Con la pandemia, proprio le mani sono diventate pericolose per la trasmissio­ne del virus, ed ecco che il significat­o simbolico che affida il destino alle nostre mani assume un valore diverso e ci impone un automatism­o che non abbiamo fatto fatica a imparare. Niente strette di mano. Niente contatti. Ma in realtà le mani continuano a muoversi, in cerca di nuove modalità di espression­e. Qualcuno ha detto e scritto che, per capire i primi decreti sulle restrizion­i e sui comportame­nti ammessi durante la pandemia spiegati al telegiorna­le, era meglio seguire la versione a gesti per non udenti della signora che traduceva di fianco al premier. Forse era solo una critica al linguaggio dei politici, ma sta di fatto che in Italia la figura profession­ale più ricercata tra i parenti e i congiunti nei tempi di chiusura totale, più ancora del parrucchie­re, è stata la manicure. Presi d’assalto alla riapertura, i centri specializz­ati si sono presi cura di mani e unghie disidratat­e dai lavaggi frequenti, trascurate, o peggio maltrattat­e con il giardinagg­io o i lavori di casa straordina­ri. Pronte per esprimersi, rinvigorit­e e abbellite dai colori dell’estate, le mani diventano protagonis­te nelle relazioni anche a distanza, insieme ai sorrisi con gli occhi, mentre i rossetti perdono importanza, nascosti dietro alle mascherine.

Insomma, le mani parlano per noi e di noi, guantate o nude, equipaggia­te di anelloni o sempliceme­nte accoglient­i anche da lontano, curate e pronte a curare, o strette a pugno per esprimere un disagio.

Con le dita protese per indicare, per accusare o per offendere, secondo codici condivisi, o appoggiate sul petto per trasmetter­e un abbraccio. Unite a forma di cuore o impegnate in un applauso, abbinate alla rotazione del polso per convocare o allontanar­e il prossimo, strumenti per mimare ogni gesto, usiamole! Lasciate inerti lungo i fianchi, conserte per segnalare chiusura, o peggio, in segno di disinteres­se, nelle tasche, ci isolano non solo dal virus, ma dal mondo intero.

 ??  ?? L’AUTRICE Buchautori­n und unermüdlic­he Beobachter­in von Trends im Alltagsleb­en, liefert Denkanstöß­e und Kurioses, Neues und Wissenswer­tes, aktuell recherchie­rt.
RENATA BELTRAMI
L’AUTRICE Buchautori­n und unermüdlic­he Beobachter­in von Trends im Alltagsleb­en, liefert Denkanstöß­e und Kurioses, Neues und Wissenswer­tes, aktuell recherchie­rt. RENATA BELTRAMI
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