PASSAPAROLA
Von der Öko-Latsche zur Luxus-Sandale, von Renata Beltrami.
Universalmente riconosciute come “le più brutte scarpe del mondo”, orgogliosamente unisex da più di due secoli, comode e politicamente corrette, ora sono anche di moda. Anche i più snob hanno imparato a non scusarsi più, se vengono “beccati” con le Birkenstock. “Sai, sono talmente comode...” Sono cambiate anche le parole per descriverle. Nelle ultime collezioni si parla di modelli vegani e Genderless, Adventure e Streetfashion. Non c’è da stupirsi se i colossi del lusso globale fanno a gara per acquistare l’azienda tedesca che le produce. La storia delle iconiche calzature per tutte le stagioni inizia nel 1774, quando viene inventato il famoso plantare sagomato di sughero – Fussbett, appunto – pensando a chi camminava volentieri nei boschi dopo essere stato alle terme. Dopo essere state relegate per molto tempo al ruolo di scarpe ortopediche, la svolta arriva nel 1966 grazie a una signora tedesca che soffre di mal di piedi. Margot Fraser, che vive in California, risolve infatti il suo problema importando le comode Birkenstock a San Francisco, dove le scarpe finiscono ben presto in pole position nei negozi di prodotti naturali. Subito ai piedi degli Hippie e di fricchettoni di ogni genere, le Birkenstock arrivano anche in Italia, dove vengono associate a un look vagamente alternativo e trasandato. Portate con maglioni oversize e gonnelloni svolazzanti o short e zaino in spalla, in un primo tempo vengono spesso abbinate a polpacci irsuti e piedi “al naturale”.
Il “calzino corto” resta invece una prerogativa dei turisti stranieri che vengono dal Nord Europa. Al mare, in quegli anni, portare le Birkenstock era come girare con il passaporto ai piedi… Da noi, infatti, in spiaggia, si andava in infradito di gomma o con gli zoccoli, mentre nei luoghi di villeggiatura più sofisticati, come la Costiera Amalfitana o la Versilia, gli artigiani facevano le ciabattine di cuoio su misura in versioni gioiello. La riscossa della famigerata “ciabattona” è legata a una foto scattata nel 1990 alla supermodella Kate Moss con addosso un paio di jeans bianchi a sigaretta, un top ridottissimo e ai piedi… un paio di Birkenstock a doppio cinturino in bianco, senza pudore. Nel 2013 Vogue sdogana definitivamente l’idea di abbinare a un bel vestitino un paio di scarpe “brutte”. Da lì alla versione foderata di pelliccia delle recenti sfilate è tutto un susseguirsi di successi e di milioni di pezzi venduti, fino ad arrivare all’incoronazione di
“principessa della pandemia”, simbolo di questo periodo di incertezza e casalinghitudine.
Il sito ufficiale propone il modello Big Buckle, con le fibbie ancora più grosse, come abbinamento perfetto per gli abitini primaverili ed estivi. Confesso che sono tentata… ma sì, oserò!
Però le Crocs non le butto, posso sempre tenerle per le videochiamate di lavoro da casa…