Adesso

UNA STRADA, UNA STORIA

Via Monte Napoleone.

- TESTO ELIANA GIURATRABO­CCHETTI ILLUSTRAZI­ONE CAROLINA ESPINOSA

Wo einst aus Klöstern mit üppigen Gärten erst pompöse Adelspaläs­te wurden und dann in der Renaissanc­e vor allem der schnöde Mammon regierte, ist heute eine der berühmtest­en Luxus-Shoppingme­ilen:

die Via Monte Napoleone in Mailand.

ia Monte Napoleone è la quinta via più lussuosa del mondo, meta ambita dal jet set internazio­nale e tappa obbligata per i “tour dello shopping”. In 470 metri, infatti, sono concentrat­i i marchi più esclusivi della moda mondiale. Pensare, però, che Via Monte Napoleone sia solo questo è molto riduttivo.

Conventi e preghiera

Le prime notizie relative a Via Monte Napoleone risalgono al Medioevo. La strada si sviluppava allora lungo le antiche mura romane della città, faceva parte della Contrada di Sant’Andrea ed era sede di conventi e chiostri dei più importanti ordini religiosi, ognuno con il proprio ampio orto. A un certo punto, però, qualcosa inizia a cambiare. Nel Settecento l’aristocraz­ia milanese cerca nuovi spazi in cui espandersi, forte della prosperità di cui gode sotto la dominazion­e austriaca. Monte Napoleone, con i suoi bei chiostri e ricca di verde, sembra essere il luogo perfetto. I conventi si trasforman­o in palazzi sfarzosi, mentre gli orti diventano giardini che abbellisco­no ancora di più i palazzi.

Fra gli Austriaci e Napoleone

A cambiare è anche il nome: Contrada di Sant’Andrea diventa Monte di Santa Teresa. Succede nel 1782, quando l’imperatric­e Maria Teresa d’Austria fonda il Monte Camerale di Santa Teresa, un’istituzion­e finanziari­a con il compito di gestire il debito pubblico dello stato. Per fare spazio al palazzo, che è situato al numero 8, viene demolito il vecchio Palazzo Marliani, considerat­o un capolavoro del Rinascimen­to lombardo. La demolizion­e suscita forti polemiche, alle quali prende parte anche Pietro Verri, scrittore e fondatore dell’Illuminism­o lombardo. Tanto clamore per nulla: il Monte Camerale viene chiuso dopo una decina d’anni e bisognerà attendere l’arrivo di Napoleone Bonaparte e la nascita del Regno d’Italia napoleonic­o (1805-1814), che avrà come capitale proprio Milano, per vederlo di nuovo in funzione. L’imperatore riapre il banco dei pegni, ma lo chiama Monte Napoleone e dà lo stesso nome alla via. Nel 1815, con la nascita del Regno Lombardo-Veneto, Milano torna però sotto dominazion­e austriaca. Nel 1848 in Via Monte Napoleone si svolge uno degli episodi più importanti della storia della città, le cosiddette Cinque giornate di Milano. I cittadini, stanchi delle tasse e del dominio asburgico, danno inizio a un’insurrezio­ne armata spontanea che in cinque giorni costringe gli Austriaci alla resa. Proprio in uno dei palazzi di Via Monte Napoleone i capi della rivolta stabilisco­no il loro quartier generale e coordinano i vari gruppi di ribelli.

Da Verdi al lusso

La via non è famosa solo per ragioni storiche. Nei suoi bellissimi palazzi hanno abitato alcuni dei maggiori artisti dell’Ottocento. Al numero 1 viveva Giuseppe Verdi, che qui ha composto il Nabucco. Il suo dirimpetta­io, al numero 2, era Carlo Porta, il maggiore poeta milanese di tutti i tempi. Uno dei salotti più famosi dell’epoca, la cosiddetta “cameretta Portiana”, si riuniva a casa sua. All’inizio del Novecento la via si riempie poi di antiquari e gioiellier­i di fama internazio­nale, come Cusi, fornitore ufficiale di Casa Savoia, mentre dalla metà del secolo arrivano anche le grandi case di moda.

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