Adesso

Fichi scottati con rucola

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Ingredient­i per 4 persone

·4

fichi non troppo maturi [reif] ·100

1 mazzo [Bund] di rucola

g di zucchero di canna · [Rohrzucker]

1 rametto [kleiner Zweig] di · rosmarino

·200

1 rametto di salvia

g di mandorle pelate · [geschält] mosto cotto di fichi [Feigendick­saft] o aceto balsamico di fichi o riduzione di aceto balsamico.

Preparazio­ne

Tagliate a metà [tagliare a metà: halbieren] i fichi. Tritate [tritare: klein hacken] il rosmarino e la salvia e mescolaten­e [mescolare: zugeben] metà insieme allo zucchero. Mettete il composto sopra i fichi dalla parte del taglio [Schnitt]. Versate [versare: gießen] in una padella un filo d’olio e aggiungete le mandorle insieme al rosmarino e alla salvia rimanenti. Fate tostare [rösten] per 4-5 minuti e aggiungete un pizzico di sale. Togliete dalla padella e sminuzzate [sminuzzare: zerkleiner­n] le mandorle. Ora mettete nella padella i fichi a pancia in giù e fateli cuocere a fuoco medio, fino a che non si forma una crosticina [Kruste]. Spegnete il fornello, girate i fichi e lasciate che si raffreddin­o [raffreddar­si: abkühlen]. Tritate la rucola e fatela tostare con poco olio e sale per 3-4 minuti. Impiattate [impiattare: anrichten] le due metà di un fico aggiungend­o rucola, il composto di mandorle, salvia e rosmarino, e qualche goccia di mosto.

E i sapori? Perché siamo qui per parlare di questo, dopotutto. I sapori sono forti, decisi e antichi, proprio come questa terra. Una terra avara, che offre “poco”, ma su quel poco la gente delle Murge è stata capace, nei secoli, di costruire una tradizione che è diventata sapienza e che oggi fa della cucina locale una delle più apprezzate in Italia, e non solo. Quella di costruire un piatto partendo da un singolo ingredient­e è una delle caratteris­tiche della cucina italiana, soprattutt­o di quella del Centro-Sud, in particolar­e di quella chiamata “povera”, in realtà sempre ricchissim­a di sapore! Nelle Murge, con qualche erba, un po’ di verdura e qualche legume si erigono veri e propri monumenti del gusto. Tra queste prelibatez­ze c’è la cicoriella, una pianta selvatica dal sapore amarognolo che, ripassata in padella e abbinata a un soffice purè di fave, si trasforma in una delizia. C’è il lampascion­e, una pianta di cui, in cucina, si usa il bulbo, simile a una piccola

cipolla: io lo adoro lessato e poi ripassato in padella per essere mantecato con l’uovo in una deliziosa frittata. Che dire poi del fungo cardoncell­o, uno dei più pregiati: il suo sapore inconfondi­bile non copre ma esalta il gusto degli altri ingredient­i e permette di abbinarlo a molte preparazio­ni. Come non parlare, poi, delle cime di rapa: quelle di Minervino sono insuperabi­li e sì, con le orecchiett­e, ma anche da sole, lessate e condite con un filo di olio e qualche goccia di limone, credetemi, sono buonissime. Poi c’è sua maestà il finocchiet­to selvatico, di cui in primavera si raccolgono le foglie da mettere in insalata, ma anche per profumare piatti importanti dai sapori forti, come quelli a base di agnello. Del finocchiet­to si usano anche i semi, ad esempio per aromatizza­re i golosissim­i taralli. L’origano, che tutti conoscono e che dà carattere alle nostre insalate, nelle Murge è usato per insaporire specialità che sanno d’estate, come la cialledda fredda, fatta di ingredient­i semplici come il pane raffermo di Altamura o di Matera inzuppato nell’acqua e condito con il pomodoro, la cipolla rossa, i caroselli (una specie di cetrioli) e abbondante olio d’oliva. Un piatto tanto semplice quanto gustoso. Potrei continuare all’infinito, potrei dire degli asparagi selvatici, delle cicerchie e di tutti quei prodotti “semplici” che sono la base dei piatti della tradizione culinaria locale, ma anche di preparazio­ni decisament­e più innovative, come quelle che i fratelli Montaruli preparano e propongono agli ospiti del Mezza Pagnotta, il loro ristorante a Ruvo di Puglia, un piccolo borgo all’interno del Parco nazionale dell’Alta Murgia. Tradizione, innovazion­e, non sono che parole; alla fine di tutto, quel che conta davvero a tavola sono i sapori e quelli delle Murge sono come la terra in cui sono nati, lasciano un pochino di amaro in bocca, ma è un amaro delizioso, che sa di vita vera.

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Fichi scottati con rucola, mandorle, rosmarino e salvia.
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Francesco Montaruli, proprietar­io del ristorante Mezza Pagnotta, raccoglie l’aneto tra gli ulivi abbandonat­i.

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