Adesso

Warum EU-Kennzeiche­n in Italien anders sind.

Martin Fischer

- DI SALVATORE VIOLA

Ricordo ancora quando, a metà degli anni Novanta, mio padre comprò un’automobile nuova. Dissi: “Bella macchina, ma a me la targa senza sigla non piace”. Mio padre mi guardò serafico e rispose: “Meglio senza sigla, così quando parcheggio a Carrara non me la rigano”. La rivalità tra La Spezia (SP) e Carrara (MS) passava anche per le macchine con la targa sbagliata. Ma il motivo per cui, nel 1994, la sigla della provincia di immatricol­azione è scomparsa dalle targhe italiane non è questo. È questione di… matematica. Per ragioni di leggibilit­à, la targa non poteva avere più di sette caratteri alfanumeri­ci. La sigla della provincia, seguita da un numero progressiv­o, avrebbe permesso di emettere al massimo 9.999.999 targhe. Con il sistema delle due lettere, seguite da tre cifre, seguite da due lettere si possono emettere la bellezza di 234.256.000 targhe! La prima targa con il nuovo sistema era AA 000 AA, la seconda AA 001 AA e così via. A parte mio padre, la cosa agli italiani, campanilis­ti come sono, proprio non piaceva. Così a partire dal 1999, con la nascita delle cosiddette “targhe europee”, chi lo voleva ha potuto di nuovo inserire, in una barretta azzurra sul lato destro, sotto l’anno di immatricol­azione, la sigla della provincia. Tutti contenti, dunque, compreso mio padre, che non ha mai rischiato di farsi rigare la macchina quando andava a Carrara.

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