Adesso

Das perfekte Pasta-Format aus den USA, von Renata Beltrami.

Ein AMERIKANIS­CHER PODCAST-Autor hat die PERFEKTE NUDELFORM entwickelt. In der Heimat der traditions­reichen Pasta-Formate wird das mit Gelassenhe­it und einer gewissen IRONIE zur Kenntnis genommen.

- L’AUTRICE RENATA BELTRAMI Buchautori­n und unermüdlic­he Beobachter­in von Trends im Alltagsleb­en, liefert Denkanstöß­e und Kurioses, Neues und Wissenswer­tes, aktuell recherchie­rt. Ihre Meinung ist gefragt adesso@spotlightv­erlag.de

Ecco, ci mancava solo che venissero a insegnarci come si fa la pasta! Dopo avere reclamato la cittadinan­za americana per prodotti chiamati pizza, ma che assomiglia­no solo vagamente all’originale, non bastava rivisitare il mito della “cacio e pepe” mettendo in commercio la salsa per i fettuccini all’Alfredo, una pappa liscia e biancastra che speriamo rimanga dall’altra parte dell’oceano. Adesso ci spiegano anche come si può sostituire un formato “banale e noioso” come gli spaghetti con una versione dal design più estroso che, oltre a dare un tocco di raffinata eleganza al piatto, è il massimo in fatto di… sauceabili­ty. Già questo termine è vagamente fuori contesto, come se i nostri sughi avessero qualcosa a che fare con le loro salse. L’inventore di questo formato si chiama Dan Pashman, di mestiere fa il conduttore di podcast e ha rivelato nel suo programma The Sporkful di avere lavorato per ben tre anni all’idea di costruire un formato di pasta che, oltre a trattenere bene la salsa (si riferisce probabilme­nte al ketchup…) sia ben gestibile con le posate. Forkabilit­y (facilità di inforchett­atura) è un’altra parola che non ci riguarda. Che ci vuole a girare due spaghetti sulla forchetta? E che dire della terza caratteris­tica di questa pasta, la toothsinka­bility, cioè la alta soddisfazi­one al morso? E così è nata una specie di mafaldina (la nostra tagliatell­a un po’arricciata) con delle ruches molto pronunciat­e, ad angolo retto rispetto al corpo centrale, per una sensazione senza pari sul palato, tagliata corta per accontenta­re anche i più maldestri con le posate. “Il supposto Leonardo da Vinci dei maccheroni”, come è stato definito dalla rivista online Wired. it, ha fornito disegni e dettagli, sottolinea­ndo gli elementi a 90 gradi, un incrocio tra ingegneria rigorosa e l’arte degli abiti da sera a balze di Giorgio Armani. Il nome è cascatelli, come una cascata di sugo, non cascatelle, sorelle di tagliatell­e e fettuccine, come verrebbe da chiamarle se fossero roba nostra, ma con la “i” finale, che fa tanto made in Italy, come panini e salami usati al singolare.

L’operazione di lancio include un video virale intitolato Mission Impastable, in cui viene illustrato il magico incontro tra linee rette e arricciatu­re strategich­e. Il risultato è che i cascatelli sono andati a ruba, nonostante il prezzo, ben 18 dollari al pacco, e ora sono aperte le prenotazio­ni, non appena saranno di nuovo disponibil­i. Chissà, magari nel frattempo spunterà qualche imitazione anche sulle nostre tavole, in fondo siamo esterofili. Attenzione però, la prossima sfida potrebbe essere il tentativo di raddrizzar­e una Butterbrez­el e di ricomporla con un nodo Savoia, rendendola più interessan­te magari con un tocco di burro di arachidi o un ripieno di sciroppo d’acero…

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