Adesso

Der Bademeiste­r, immer noch der Zauber der italienisc­hen Küsten?

- TESTO ELIANA GIURATRABO­CCHETTI

Immer gut gelaunt und hilfsberei­t – der Bagnino sorgt in jeder Situation für den perfekten Strandurla­ub! Hat sich aber der einstige Ruf als heißbegehr­ter Unterhalte­r und Abschleppe­r im Lauf der Zeit gewandelt?

Ein charmantes Lächeln bleibt aber garantiert!

Occhiali da sole, collana d’oro, abbronzatu­ra, maglietta rossa d’ordinanza e sedia da regista. Scommetto che avete indovinato di chi sto parlando. Sì, proprio del bagnino, protagonis­ta di storie a metà fra il mito e la realtà. Un’istituzion­e e una certezza della vacanza italiana. Lo trovi sempre lì, seduto sotto il suo ombrellone, che scruta il mare, risponde a qualche domanda e, all’occorrenza, sistema sdraio e lettini. Nell’immaginari­o collettivo conquista tutte, straniere e non, e passa l’estate fra passeggiat­e mano nella mano sulla battigia e albe vissute in riva al mare. I più famosi erano in passato quelli di Forte dei Marmi, del Lido di Venezia, di Rimini e della riviera romagnola in generale. Si trovavano qui, infatti, gli stabilimen­ti presi d’assalto dalle turiste tedesche, svedesi, svizzere, olandesi, che arrivavano con voli charter. Sole, emancipate e libere. L’uomo italiano in generale, e il bagnino nello specifico, esercitava su di loro un fascino particolar­e (e naturalmen­te valeva anche il contrario). Tutto questo succedeva fra agli anni Sessanta e Novanta, e se fino a qualche decennio fa la sessuologa svedese Milena Ivarsson consigliav­a alle sue pazienti qualche settimana di vacanza sulle coste italiane per riprenders­i dalla depression­e, oggi il fascino del bagnino sembra aver perso ogni appeal. In un sondaggio realizzato per la rivista le Vie del Gusto, il 79% delle turiste intervista­te ha dichiarato di non cedere più alle lusinghe dei maschi tricolore, che hanno perso il savoir faire da latin lover e non sanno più essere divertenti come un tempo. E quando capita di perdere la testa, nella maggior parte dei casi non è per il bagnino, ma molto più spesso per uno studente o un animatore turistico.

UN PROFESSION­ISTA VERO

Sono finiti i tempi d’oro del bagnino-vitellone? Sembrerebb­e proprio di sì, stando anche al film-documentar­io Bagnini e bagnanti di Luca Legnani e Fabio Paleari, incentrato proprio su questa profession­e. I due registi hanno girato per due anni nelle spiagge italiane, da Rimini e Riccione a Forte dei Marmi, da Fregene a Ostia, intervista­ndo bagnini di oggi e di ieri. Il risultato? Fra ricordi, risate e confession­i di scappatell­e e di amori “mordi e fuggi” nelle cabine dei bagni, è emersa una filosofia molto

spiccia, che spiega il successo del bagnino: “È la legge dei grandi numeri. Se si passa la giornata lavorativa chiusi in ufficio fra quattro mura, la possibilit­à di incontrare donne è notevolmen­te ridotta, se escludiamo le colleghe. La spiaggia, invece, è popolata di donne in costume”. Insomma è l’occasione che fa l’uomo ladro. Certo è che oggi non è più tempo di grandi latin lover, come il Zanza, Maurizio Zanfanti, il bagnino playboy di Rimini che si narra conquistas­se a ogni stagione almeno 200 straniere. “Oggi la figura e la percezione del bagnino sono cambiate molto”, dice Mauro Vanni, proprietar­io dei Bagni 62 a Rimini e presidente della Cooperativ­a operatori di spiaggia di Rimini, che raccoglie 13 stabilimen­ti. “Non c’è più il ‘vitellone’ che rimorchiav­a le straniere e teneva alto l’onore italiano. In questo senso la figura del bagnino è diventata più profession­ale”. Ne è convinto anche Roberto Santini, ex bagnino e proprietar­io dei Bagni Piero a Forte dei Marmi: “L’Italia non è ‘pizza e mandolino’ – sottolinea – ma una terra dove dei profession­isti svolgono al meglio il proprio lavoro. Che poi gli stessi siano spesso ragazzi aitanti che fanno breccia nel cuore di ragazzi e ragazze, non solo stranieri, è un dato di fatto. Come ripeto, sono uomini e donne che svolgono un lavoro affascinan­te e, come tutti coloro a cui affidiamo i nostri affetti più cari, hanno un certo carisma”.

In realtà anche lo stabilimen­to balneare è cambiato molto. Se in passato i servizi si limitavano a ombrellone, sdraio e lettino, oggi i bagni assomiglia­no sempre più a villaggi turistici. “Oggi chi sceglie di passare una giornata al mare non si limita più a prendere il sole, vuole altro e bisogna adattarsi. Così si è cominciato con

la consegna di cibo direttamen­te sotto l’ombrellone, ci sono feste con animazione, molti bagni hanno un ristorante proprio, si organizzan­o serate con le spiagge aperte fino a tarda notte. E il bagnino aiuta nella gestione di tutto questo”, racconta Mauro Vanni. In spiaggia, le richieste che il bagnino riceve sono le più disparate: medicare il bimbo che si taglia un dito, soccorrere chi ha un colpo di sole, controllar­e chi è stato morso da un pesce ragno, rispondere alle domande sul meteo, dare consigli su negozi o luoghi da visitare… “È una certezza per chi frequenta i bagni, e con alcuni clienti si instaura un rapporto di amicizia che dura nel tempo. È anche questo il bello del nostro lavoro”, continua Mauro Vanni. Ma è sempre tutto rose e fiori? “Cerchiamo di essere gentili con tutti”, assicura Roberto Santini. “Quello che non sopportiam­o è la maleducazi­one, ma non solo in spiaggia. Ad esempio, gettare una sigaretta in terra è un gesto maleducato con gravi conseguenz­e. Solo l’educazione ci può salvare e non vogliamo perdere la speranza”.

Per concludere, una curiosità… se d’estate è chiaro cosa fa un bagnino, in inverno cosa succede? “Si fa di tutto, dal giardinier­e al muratore, fino alla costruzion­e dei carri per il Carnevale di Viareggio”, spiega Roberto Santini. “Il 1° febbraio si parte con la manutenzio­ne dei bagni e i nostri bagnini si trasforman­o in falegnami, idraulici, muratori, elettricis­ti, giardinier­i... insomma, un bagnino deve essere un tuttofare”.

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