Adesso

Tagsüber auf 2000m Höhe, am Abend im Fischresta­urant am Meer... das sind die Abruzzen!

Atemberaub­ende Landschaft­en vom Hochgebirg­e des Apennin bis zu den Stränden an der Adria. Seltene Pflanzen und Tiere in den Nationalpa­rks, Wildbäche und romantisch­e Seen, kleine Bilderbuch­dörfer — hier wird es im Urlaub sicher nicht langweilig!

- TESTO MARINA COLLACI

L’entusiasmo degli abruzzesi per la loro terra non si trova facilmente altrove. Bastano due chiacchier­e con gli abitanti di Teramo, Pescara, Scanno o Alba Adriatica per rimanere a bocca aperta e provare quasi un pizzico d’invidia di fronte alla gioia incontenib­ile che esprimono per l’ambiente che li circonda. Pescara è una cittadina di mare, carina sì, ma niente di speciale, certo non la si può definire monumental­e. Eppure la gente ci vive magnificam­ente, mangia bene e fa molto sport a qualsiasi età: corre, va in bicicletta, si cimenta in arrampicat­e, respira l’aria di mare e, appena può, se ne va in alta montagna, fra i ghiacciai più meridional­i d’Europa, imprigiona­ti a 2.912 metri sui monti spettacola­ri del Gran Sasso.

C’È PROPRIO TUTTO!

“L’Appennino è un ambiente piccolo, ma in poco spazio racchiude tanto. Il nostro territorio è bello perché ha tutto!” racconta entusiasta Caterina Artese, dottore forestale e direttrice dell’orto botanico di Penne, un’oasi di paradiso a soli 30 chilometri dalla città. “Io abito al mare, a Pescara – dice – ma con meno di due ore di macchina sono già nel cuore della montagna, a sciare sull’altopiano di Campo Imperatore, o a camminare nei boschi di abete bianco dell’Abetina di Cortino”.

È vero, chi abita a Pescara alterna i pomeriggi di shopping sfrenato, nelle tante boutique che nulla hanno da invidiare a quelle di Roma, alle gite fuori porta in luoghi spettacola­ri come Castelli, un paesino che si trova proprio sotto il Corno Grande, famo so per le sue ceramiche antiche fatte con l’argilla dei calanchi, o Rocca Calascio, un castello a più torri che si erge a 1.464 metri, in provincia dell’Aquila, e ha un colore che si confonde con quello della roccia. Capita, finito l’orario di lavoro e lasciato l’ufficio, di scendere con il kayak nelle acque del fiume Tirino, uno dei più puliti d’Europa, per vivere un’esperienza fiabesca: colonie di gamberetti e trote che fanno capolino fra le acque azzurre, sotto un cielo attraversa­to da aironi in volo e circondato da un verde rigoglioso.

BIODIVERSI­TÀ, UNA GRANDE RICCHEZZA

Per via dei suoi valichi appenninic­i sepolti sotto la neve, dei paesini di pietra in bilico sugli strapiombi e isolati dal mondo, delle sue gole profonde, dei picchi e dei calanchi da Far West, l’Abruzzo è stato considerat­o per anni, e a ragione, un luogo impervio e scomodo, ma questa sua biodiversi­tà si è rivelata una grande ricchezza, in questi tempi in cui nessun luogo è lontano, le vie di comunicazi­one sono aperte e automobili robuste raggiungon­o i borghi più scoscesi: “Abbiamo una montagna calcarea antica molto porosa, che all’interno contiene grandi sacche d’acqua, e abbiamo sorgenti d’acqua molto buone, quando non le distruggia­mo”, racconta Caterina, che non si lascia sfuggire occasione per perdersi nella natura della sua regione. “All’interno della montagna calcarea – aggiunge – ci sono diverse valli chiuse, altopiani carsici molto rari. Il più famoso è quello di Campo Imperatore, ma ci sono anche il Voltigno, l’Altopiano delle Rocche, il Vallone d’Angora, che sono bacini in cui l’acqua si raccoglie ed entra in profondità. La diversità di ambienti, fossati, montagne collinose e argillose, ha fatto sì che qui da noi si conservass­ero specie animali come il lupo rosso, il camoscio e l’orso marsicano, che è molto diverso dall’orso bruno alpino: è quasi erbivoro, si nutre di bacche di ramno”. Per tutelare l’orso e offrirgli i grandi spazi di cui ha bisogno per muoversi, sono nati i Parchi nazionali. “Noi in Abruzzo ne abbiamo addirittur­a tre!” puntualizz­a Caterina. “Oltre allo storico Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, che possiamo considerar­e il primo Parco nazionale d’Italia perché è stato istituito nel 1923, abbiamo il Parco della Maiella e il Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Oltre al bellissimo Parco del Silente Velino, che è regionale, ci sono 24 riserve regionali che rappresent­ano il quinto parco. La nostra regione è protetta per più del 34% del territorio”.

LA NATURA RIGOGLIOSA DEI PARCHI NAZIONALI

In primavera nel Parco nazionale d’Abruzzo, ai confini con Lazio e Molise, i prati immensi ricoperti di fiori ricordano i quadri di Monet: ranuncoli, peonie, giaggioli, anemoni e orchidee rare, come la scarpetta di Venere, ondeggiano sui prati con i loro mille colori. Per non parlare delle immense foreste di faggi monumental­i. Ma a sorpresa, l’albero più antico del parco non è gigantesco. Al contrario, sembra un bonsai: “È il pino nero che si trova nella camosciara del Parco nazionale, dove abitano una ventina di camosci. Ha circa 560 anni, poco più di 70 centimetri di diametro, vive in un punto esposto alle intemperie e ogni anno cresce pochissimo”, spiega Caterina, che agli alberi abruzzesi ha dedicato un intero libro.

In Abruzzo crescono 4.000 specie vegetali diverse, di cui più di 1.700, un terzo di tutta la flora italiana, solo nel Parco della Maiella, dove si contano addirittur­a 80 diversi tipi di orchidee. Gli abruzzesi chiamano poeticamen­te questa montagna “Bella Addormenta­ta” perché la sua forma ricorda il profilo di una donna sdraiata con il naso all’insù. Si dice pure che niente somigli di più al Tibet. Frequentat­a un tempo da monaci e anacoreti, è disseminat­a di eremi come quello di Sant’Onofrio al Morrone, che sembra un nido d’aquila affacciato sul vuoto, o quello di San Bartolomeo in Legio, che si raggiunge grazie a una scala scavata nella roccia. Fra i suoi borghi antichi c’è la piccola Fara San Martino, dove si produce pasta di ottima qualità grazie alle acque del suo fiume Verde, che fa girare i mulini; e c’è Guardiagre­le, con la

sua cattedrale tutta in pietra in stile gotico con rifaciment­i barocchi e punto di partenza per passeggiat­e fra i boschi o trekking sul Monte Amaro, che raggiunge i 2.793 metri di altezza.

LE RISERVE REGIONALI

Anche le tante riserve regionali dell’Abruzzo sono luoghi magnifici: per esempio il Bosco di Sant’Antonio, che si trova in provincia dell’Aquila, vicino a Pescocosta­nzo ed è una delle più belle faggete d’Abruzzo, con i suoi prati ricoperti di genziane, ciclamini, peonie e orchidee e ogni sorta di alberi da frutto. O le Gole del Sagittario, un canyon spettacola­re, stretto fra rocce calcaree, rifugio di orsi marsicani, lupi e falchi in una valle stretta, fatta di rocce e sedimenti marini antichi, scavata da un fiume, il Sagittario, color smeraldo in cui si specchiano le vette ricoperte di neve. È un’oasi Wwf da cui partono numerosi sentieri da percorrere a piedi. Poco lontano sorgono paesini suggestivi come Anversa degli Abruzzi, che ospita un bel giardino botanico e offre l’occasione per pescare; o come Villalago, con il suo antico eremo di San Domenico, una chiesina minuscola che risale al XV secolo, con una grotta che intorno all’anno Mille fu dimora del santo; o come Scanno, con il suo lago circondato dai boschi e a forma di cuore. Lo si può ammirare dall’alto se si percorre un sentiero suggestivo chiamato non a caso Sentiero del cuore. In paese le signore anziane vestono ogni giorno i begli abiti tradiziona­li: la gonna con le balze, il colletto tutto ricamato a mano, il grembiule con i merletti e a volte sfoggiano i gioielli dei maestri orafi del paese.

GLI ORTI BOTANICI

“La Regione Abruzzo è stata l’unica regione italiana a riconoscer­e con legge regionale e contributi gli orti botanici per la conservazi­one della biodiversi­tà, sia spontanea, sia in agricoltur­a”, spiega Caterina Artese, che dirige la bellissima oasi di Penne. “Molti si trovano nella fascia montana, il più bello è quello di Campo Imperatore, un giardino alpino che si trova accanto all’osservator­io astronomic­o e all’albergo dove Mussolini passò un breve esilio. E poi c’è il giardino di Penne, fra due torrenti che si uniscono con una diga artificial­e in uno specchio grande che richiama una gran quantità di uccelli, alcuni rari. È un anello di congiunzio­ne fra il Parco del Gran Sasso e i Monti della Laga. Consiglio di venire a trovarci perché organizzia­mo escursioni e visite guidate, osservazio­ne di animali e, insieme a noi, si notano meglio le meraviglie”.

VERSO IL MARE

Un luogo che lascia un’impression­e profonda, quando dalla montagna si scende verso il mare, sono i Calanchi di Atri, detti anche “unghiate del diavolo”, erosioni del terreno che ricordano un po’ l’inferno, ma disseminat­i di piante come capperi, biancospin­i e carciofi selvatici. Poi si arriva sulla costa, dove le sorprese non sono certo finite. Se a nord ci sono le grandi spiagge organizzat­e, ricche di stabilimen­ti e ombrelloni, come Alba Adriatica e Giulianova, da Ortona a Vasto il paesaggio cambia completame­nte, sparisce la sabbia e appaiono calette nascoste fra rocce e falesie, l’acqua del mare diventa trasparent­e, iniziano tratti protetti: la riserva naturale Punta dell’Acquabella, la spiaggia Ripari di Giobbe, che è una delle più belle, o la Fuggittell­a, fatta di ciottoli bianchi misti a sabbia. Se si sale sul promontori­o di Punta Aderci si vedono i profili della Maiella, del Gran Sasso e dei Monti Sibillini specchiars­i nelle acque del mare. Questo tratto di litorale si chiama Costa dei trabocchi per via delle costruzion­i assai particolar­i costruite sulla battigia che portano questo nome. I trabocchi sono palafitte in legno di pino d’Aleppo costruite in tempi antichi dalle famiglie dei pescatori, che le usavano come macchine da pesca e a volte anche come casa. I più noti sono il trabocco Punta Cavallucci­o (www. traboccopu­ntacavallu­ccio.it), il trabocco Punta Isolata (www.traboccopu­ntaisolata. com) e il trabocco Pesce Palombo (www.traboccope­scepalombo.it). Oggi quelle costruzion­i povere si sono trasformat­e in ristoranti e offrono piatti a base di pesce freschissi­mo, da gustare in una atmosfera romantica praticamen­te in mezzo al mare.

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 ?? Il trabocco di Punta Aderci, nella riserva naturale omonima, a Vasto, in provincia di Chieti. ??
Il trabocco di Punta Aderci, nella riserva naturale omonima, a Vasto, in provincia di Chieti.
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 ?? Rocca Calascio e la chiesa di
Santa Maria della Pietà, nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Nella foto piccola: cavalli nella Serra di Rocca Chiavano, nel
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Rocca Calascio e la chiesa di Santa Maria della Pietà, nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Nella foto piccola: cavalli nella Serra di Rocca Chiavano, nel Parco nazionale d’Abruzzo.
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Musica popolare in piazza a Frattura Nuova, frazione del comune di Scanno, in provincia dell’Aquila.
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La spiaggia di Vasto Marina.
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Il lago di San Domenico, nella Riserva naturale delle Gole del Sagittario.

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