Adesso

mammoni [Muttersöhn­chen]

eleganti [ elegant]

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Eleganti: Sarah Gough (Schweiz), Bildredakt­eurin Spotlight, Business Spotlight, Deutsch perfekt, Écoute Mammoni: Janina Schalkhaus­er (Deutschlan­d), Redaktions­management

E pregiudizi di oggi

ancora catalano), ci consideran­o mammoni. E noi? Come vediamo gli altri, noi italiani? Secondo Tsvetkov, per gli italiani la Spagna sarebbe la terra dove si parlano diversi dialetti italiani, la Francia il “regno di Carla Bruni” (magari la carta è un po’ datata), la Svizzera la terra degli orologi, la Germania quella dei fanatici della puntualità e l’Olanda la terra della cannabis (ancora?!). Se mi posso permettere di esprimere un’opinione, quello che l’italiano medio pensa degli abitanti degli altri paesi è un pochino più complesso. Sì, perché riusciamo a complicarc­i la vita anche nei pregiudizi. Provo a spiegarmi. Gli italiani, pur sforzandos­i, non riescono a essere categorici quando esprimono un (pre)giudizio. Ci piacciono i colori, ma amiamo le sfumature. La risposta a una qualunque domanda è sempre seguita da un ma… o da un anche se… Noi pensiamo che i francesi siano antipatici e spocchiosi, ma… anche il mio caro Stendhal era francese e la grande cucina è francese, l’alta moda è francese e la baguette, come si può parlar male di un popolo che ha inventato la baguette? Così pensiamo che i tedeschi siano rigidi, ma certo si divertono quando si divertono e senza di loro non avremmo la grande musica, non avremmo il Romanticis­mo né i grandi filosofi e cosa sarebbero stati gli anni Ottanta senza la Golf Cabrio? Noi italiani ne siamo convinti: in tutti è facile trovare qualcosa di buono, basta non fermarsi alle apparenze.

La nostra casa editrice nasceva 40 anni fa. In tutto questo tempo sono successe molte cose, siamo cresciuti, siamo cambiati (in meglio, ne sono convinto!). Alle riviste abbiamo affiancato un sacco di nuovi prodotti e ogni prodotto è stata (ed è) una sfida. Una cosa, negli anni, è rimasta sempre la stessa: il piacere di conoscere e imparare dagli “altri”, la consapevol­ezza che gli “altri” sono un valore e non un ostacolo. Tutto questo non è figlio di un astratto ideale universali­stico, ma il frutto, concreto e tangibile, dell’esperienza di ogni giorno.

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