L’ITALIA IN DIRETTA
Die gesetzliche Gleichstellung und Förderung von BIODYNAMISCHER und BIOLOGISCHER Landwirtschaft löst Diskussionen und KRITISCHE REAKTIONEN italienischer Wissenschaftler aus.
Biologische und biodynamische Landwirtschaft, von Michael Braun.
Èrarissimo vedere una legge approvata con il consenso di tutte le forze politiche, dalla destra nazionalista di Fratelli d’Italia alla sinistra di Liberi e Uguali. La legge sull’agricoltura biologica, votata al senato il 20 maggio 2021, è passata invece quasi all’unanimità: 195 sì, un solo no e un’astensione. Non stupisce l’entusiasmo di tutti i partiti per il comparto bio, che nell’ultimo ventennio ha conosciuto una crescita esponenziale. Negli anni Novanta rappresentava ancora una nicchia; anche in metropoli come Roma o Milano era difficile trovare un negozio bio e ancora nel 1995 appena 10.000 agricoltori erano pronti a rinunciare ai fertilizzanti chimici e ai pesticidi nei loro campi e vigneti, o alle dosi massicce di antibiotici nelle loro stalle. Oggi il quadro è molto diverso. Ormai circa due milioni di ettari vengono coltivati o utilizzati come pascoli da aziende bio. Significa che il 15,8% dei terreni agricoli italiani è stato convertito ai metodi rispettosi della natura, ben più della media dell’Unione europea (7,8%). Le aziende del settore si sono moltiplicate e oggi sono ormai 80.000. Cresce anche il peso del bio nelle esportazioni alimentari italiane, raggiungendo la cifra di 2,6 miliardi di euro nel 2020. E una volta tanto, questa crescita è trainata dalle regioni del Sud, di solito economicamente svantaggiate: la Sicilia, la Calabria, la Puglia e la Basilicata.
Non stupisce quindi che tutte le forze politiche italiane, da destra a sinistra, concordino nel voler rafforzare ulteriormente questo settore virtuoso, che con i suoi prodotti fa bene non soltanto alla salute degli italiani, ma anche all’economia. La legge votata a maggio al senato, ad esempio, vuole introdurre una nuova certificazione sul “biologico italiano”: in futuro il consumatore saprà che il prodotto – il pacco di pasta, il sugo di pomodoro, l’hamburger o la marmellata di albicocche – non è stato soltanto prodotto e confezionato in Italia, ma che tutti i suoi ingredienti sono di origine italiana. Inoltre la legge mira a inasprire i controlli per rendere ancora più difficili le truffe e le frodi con finti prodotti biologici.
Nonostante l’accordo sui principi, la legge ha scatenato una forte polemica, portata avanti dall’unica senatrice che ha votato contro, Elena Cattaneo.
Farmacologa e biologa di fama, Cattaneo è in parlamento perché nel 2013 è stata nominata senatrice a vita dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La scienziata non ha nulla contro la promozione dell’agricoltura biologica italiana, ma non accetta che la nuova legge equipari il metodo biologico e quello “biodinamico”. Quest’ultimo, ai suoi occhi, è semplicemente “una pratica esoterica e stregonesca”, priva di basi scientifiche. Non ha tutti i torti, la senatrice a vita. L’agricoltura biodinamica è stata inventata 100 anni fa dal filosofo Rudolf Steiner, il padre dell’antroposofia e delle scuole Waldorf. Per chi si è formato nelle facoltà scientifiche, le proposte di Steiner – a dire di Cattaneo frutto di “visioni” – suonano davvero esoteriche: utilizzare corna di manzi, riempite di sterco, per fertilizzare i terreni, per esempio, o combattere i topi nei campi spargendo la cenere del pelo dei topi.
Se il metodo biodinamico si fermasse qui, avremmo tutti i motivi per liquidarlo come pura stregoneria senza valore. Ma non è così facile. L’associazione Demeter, fondata nel 1924, è la più vecchia associazione di agricoltura biologica in Germania, ancora oggi presente con migliaia di agricoltori e migliaia di prodotti che portano la famosa certificazione “Demeter”. Non è certo un caso. Le basi scientifiche dell’approccio biodinamico saranno piuttosto dubbie, ma va aggiunto che, pur poggiando su queste basi discutibili, la scuola steineriana, in agricoltura, ha dato origine a un approccio molto rigoroso al bio. La biodinamica chiede infatti alle fattorie di seguire un modello integrato fra coltivazione dei campi e allevamento del bestiame, prescrivendo norme molto severe. Per garantire la qualità dei terreni, i contadini sono tenuti a rinunciare a qualsiasi tipo di monocoltura e a privilegiare la rotazione delle coltivazioni. E per garantire il benessere degli animali devono rispettare norme che quasi sempre sono più rigorose di quelle prescritte per legge ai produttori bio. È vietato, ad esempio, tagliare le code o le orecchie ai maiali, è vietato tenere gli animali tutto il giorno in stalla senza farli pascolare all’aperto, è vietato tenerli in spazi chiusi.
Molti scienziati continuano però a guardare la biodinamica con grande diffidenza. Dopo l’intervento polemico della senatrice Cattaneo, 20 scienziati hanno firmato una lettera aperta in cui chiedono che senso abbia “sostenere economicamente pratiche magiche”. Agli occhi del sito Gambero Rosso si tratta di “un grosso equivoco: la biodinamica è equiparata al biologico e finanziata solo se segue anche i protocolli dell’agricoltura biologica”. Infatti finora nessuno ha mai affermato che i prodotti biodinamici possano essere anche solo minimamente dannosi. E ben venga allora la nuova legge che – una volta approvata anche dalla camera – darà maggiori, non minori garanzie ai consumatori.