Adesso

PASSAPAROL­A

UNTERWEGS AUF ZWEI, besser DREI oder vier Rädern? EINE FRAGE des Stils, der Bequemlich­keit oder DER WELTANSCHA­UUNG …

- DIFFICILE AUDIO

Alte und neue Fortbewegu­ngsmittel, von Renata Beltrami.

Mi ha molto incuriosit­o questo titolo (il punto di domanda lo aggiungo io) con cui Danda Santini – direttrice di Io donna, il magazine del Corriere della Sera – apre il suo giornale. Il tema non è nuovo: si parla delle due ruote, ma con una nuova sfumatura ideologica, dal momento che le nostre città sono state invase dai monopattin­i. Secondo l’autrice, la bicicletta è inclusiva e transgener­azionale: la usano i Baby Boomer, che non hanno mai smesso di pedalare dai tempi della scuola, i nuovi rider per le consegne a domicilio, gli sportivi in casco e tuta aderente, studenti e signore bene con i cestini fioriti, profession­isti in giacca e cravatta, ambientali­sti e non, pur di evitare auto o mezzi pubblici. Il monopattin­o, invece, sembrerebb­e meno democratic­o e leggerment­e sessista. Guardandos­i intorno, è facile vedere giovani uomini impettiti che sfrecciano elegantiss­imi e senza casco, composti e molto seri, un piede davanti e uno dietro, niente fuori posto. Ecco perché si vedono così poche signore o signorine, non certo per la scomodità di viaggiare in piedi sui tacchi, ma piuttosto per l’assenza di un posto dove sistemare la borsa di stagione! Mettete un gancio robusto sul corpo centrale del monopattin­o, consiglia l’autrice ai costruttor­i; anzi, già che ci siete, mettetene due, uno anche per la cartella dei documenti o dei libri; anzi tre, se mai una si fermasse a fare la spesa…

E io che pensavo già alla terza ruota, che, come “la terza via”, è spesso la soluzione migliore e politicame­nte corretta. Eppure la mia esperienza mi porta a fare la stessa constatazi­one. Premetto che io sono tra quelli che non hanno abbandonat­o le due ruote dai tempi della scuola, ma non ho mai pedalato volentieri. Il giorno del mio quattordic­esimo compleanno, i miei genitori mi hanno comprato un Ciao Piaggio che mi ha cambiato letteralme­nte la vita: mai più mezzi pubblici! Rappresent­ava l’idea stessa di libertà, aria nei capelli e via, allora non si portava neanche il casco. Tuttora ho un motorino ereditato da mio figlio più di 20 anni fa che va benissimo e mai lo cambierei con uno scooterone a tre ruote, che sarà anche più stabile, ma pesa una tonnellata. Infatti lo usano per lo più gli uomini, e neanche troppo giovani. Prima di passare direttamen­te alle quattro ruote, ci sarebbe l’Ape. Una mia amica ce l’ha per girare nelle stradine strette della Liguria, trasportan­doci di tutto, ma ogni tanto si ribalta in curva e io preferisco non salirci.

Sempre ripensando all’idea romantica ed ecologica della bicicletta in gioventù, sono andata a controllar­e su Internet se esiste ancora il tandem. E nella stessa pagina si trova anche il triciclo per adulti, con o senza motorino a batteria. Ma non è finita: per chi cerca stabilità unita all’innovazion­e c’è anche il monopattin­o a tre ruote elettrico, che nella sua versione base senza motore diventa una specie di deambulato­re con cui spostarsi a passo d’uomo.

No no, proprio no, con o senza motore, meglio due!

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