IL LIBRO E L’AUTORE
Pubblicato a puntate fra il 1938 e il 1939 su una rivista e uscito come libro nel 1941, resta l’opera più conosciuta di uno dei migliori intellettuali italiani del Novecento. Giornalista e scrittore, inizialmente “fascista di sinistra”, dopo avere partecipato a un convegno letterario voluto da Goebbels a Weimar, nel 1942, Vittorini si schiera contro ogni forma di totalitarismo. Il romanzo, opera di fantasia eppure profondamente legato alle esperienze dell’autore, racconta gli incontri e gli spostamenti del protagonista durante un viaggio in treno di tre giorni in Sicilia. Le ampie letture di autori stranieri e l’attività di traduttore dall’americano, ma anche la frequentazione degli ambienti ermetici fiorentini (nel 1927 sposa la sorella di Quasimodo) permettono all’autore di sperimentare una prosa elegante e originale. Alcuni hanno voluto vedere nel libro incitamenti all’insurrezione antifascista, altri una forma di simbolismo narrativo: da un lato l’antica civiltà contadina siciliana, dall’altro la modernità, rappresentata dalle navi e dai treni, dalla guerra e dai nuovi ruoli e figure imposti dal fascismo. Il mondo tradizionale della madre conversa affettuosamente con quello del figlio, che si è trasferito al Nord.
GENERE: realismo poetico. LINGUA: abbastanza facile.