Adesso

I portici di Bologna

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Già amati da Stendhal, che visita Bologna nel 1817, i portici del capoluogo emiliano sono il fulcro dell’identità cittadina. Non c’è elemento architetto­nico che scandisca la vita dei bolognesi quanto i portici del centro: qui si passeggia, si fanno compere, si chiacchier­a davanti a un caffè o a un aperitivo, si trascorre il tempo in attesa che smetta di piovere, mentre lo sguardo spazia su scorci di bellezza unica. I primi portici nel capoluogo emiliano risalgono all’XI secolo, come espansione di spazi commercial­i e abitativi privati. A partire dal 1288 il comune stabilisce con un bando che tutte le case devono avere un portico, in origine realizzato in legno e poi, dalla metà del 1500, in pietra o laterizio. Da allora i portici si sono ampliati fino a coprire circa 40 chilometri all’interno delle mura, e ben 62, se si consideran­o anche quelli cosiddetti “fuori porta”. Qualche curiosità: il portico di San Luca, con i suoi 3.796 metri di lunghezza e 666 arcate, è il più lungo al mondo. Conduce fino al santuario della Madonna di San Luca ed è stato costruito proprio per proteggere i pellegrini dalla pioggia. Il portico più stretto, appena 95 centimetri di larghezza, si trova in Via Senzanome. Il più alto raggiunge i 10 metri ed è quello dell’arcidioces­i, in Via Altabella. Il portico dei Servi, che incornicia la facciata della basilica di Santa Maria dei Servi, in Strada Maggiore, oltre che il più ampio, è anche quello che ha richiesto più tempo per essere completato: dal 1393 al 1855.

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