2 A cavallo tra natura e sapori
Un caro amico di queste parti, mentre dall’alto di una collina ammiriamo il panorama sulla Valle del Tammaro, dice parlando quasi tra sé: “Magari i miei occhi hanno un filtro particolare, ma io un verde così non l’ho mai visto”. Ha ragione, per effetto di qualche gioco di luce e di tonalità, alcune porzioni della valle e dell’ondulata distesa di colline sembrano illuminarsi di verde smeraldo, mentre altre, poco più in là, tendono a un verde più cupo. A un tratto, una voce ci richiama all’ordine. Michele Bozzo è il proprietario dell’agriturismo La Mongolfiera, con annesso maneggio, e ci avverte che i cavalli sono pronti. A me tocca Stellina, una cavalla di otto anni buonissima. Durante il training che ha preceduto la gita, ha ignorato qualunque ordine tentassi maldestramente di impartirle, ma adesso, forse impietosita dalla mia totale inadeguatezza, decide di lasciarmi credere che sia io a condurla, non il contrario. Ci troviamo sempre in provincia di Benevento, tra Fragneto Monforte e Fragneto l’Abate. Credetemi, per fare un tuffo nelle bellezze naturali di questo territorio non c’è niente di meglio che percorrere a cavallo i 32 km di sentieri aperti in quasi 20 anni di attività da Michele e dalla sua famiglia. Noi ne esploreremo solo un tratto. Attraverso i campi e i boschi scendiamo in fila indiana fino alle sponde del Tammaro. Alla fine di una salita, al centro di una radura che si apre d’improvviso, sorge l’edificio in pietra della masseria Sant’Andrea. Lasciati i cavalli, accettiamo l’invito di Vega de Martini, la proprietaria, che è una nota storica dell’arte, ma ha anche una vera passione per l’olio, che produce, e il buon cibo. Mi offre una soppressata e intanto mi svela il segreto di tanta bontà, che dipende dal prosciutto e dal lardo… e il resto lo tengo per me, visto che è un segreto. Ma a proposito di prosciutto, mi dicono che a Pietraroja, una trentina di chilometri da qui, c’è un signore, il dottor Di Biase, che dal lunedì al venerdì fa il medico, ma nel fine settimana si dedica con la famiglia alla sua grande passione: fare prosciutti. Quello di Pitraroja, ve l’assicuro, è davvero straordinario.
Con il sapore della soppressata ancora in bocca, ci spostiamo a Campolattaro. Ammiriamo le case in pietra del centro storico e il castello, costruito intorno a un’antica torre normanna. È proprietà privata ma noi, privilegi del mestiere, veniamo invitati a prendere un caffè sulla terrazza della torre, con una splendida vista sulle valli circostanti.
In due giorni, dei Sanniti non ho ancora scoperto molto, ma una vaga idea del Sannio ho cominciato a farmela: è un posto molto bello, sono tutti molto ospitali e, in fatto di cibo, si trattano davvero bene. A proposito, ho scoperto un’altra cosa. Una ventina di chilometri a est di Campolattaro si trova San Marco dei Cavoti, famoso per essere la capitale del torrone e del croccantino, che, come ci spiega e mostra Antonio Autore, proprietario dell’omonimo laboratorio dolciario, qui si fanno ancora in maniera artigianale e, soprattutto, con prodotti di primissima qualità.