Magica, dolce e spazzata dai venti Procida e la letteratura
“Sono di razza piccola, bruni, con occhi neri allungati, come gli orientali. E si direbbero tutti parenti tra loro, tanto si rassomigliano. […] E se per caso uno straniero scende a Procida, si meraviglia di non trovarvi quella vita promiscua e allegra, feste e conversazioni per le strade, e canti, e suoni di chitarre e mandolino, per cui la regione di Napoli è conosciuta su tutta la terra. I Procidani sono scontrosi, taciturni. […] E l’arrivo di un forestiero non desta curiosità, ma piuttosto diffidenza”. Così fa dire Elsa
Morante al protagonista del suo libro L’Isola di Arturo negli anni Cinquanta. Il romanzo, oltre a essere rimasto nella memoria culturale italiana, dal 1986 dà il nome al “Premio Procida, Isola di Arturo, Elsa Morante”, un concorso letterario giunto quest’anno alla 35a edizione.
L’isola di Procida era già stata celebrata nel 1892 nel romanzo del francese Alphonse De Lamartine intitolato Graziella, una solare donna procidana di cui il protagonista si innamora. Ogni anno, dal 1939, al termine della locale Sagra del mare (una manifestazione che dura tre giorni nell’ultima settimana di luglio) si elegge la “Graziella”, ovvero la più bella donna di Procida, che indossa gli abiti tradizionali color rosso e oro. Nel Palazzo della Cultura, inoltre, a Graziella è dedicato un museo che ricostruisce un tipico ambiente procidano. Da qui si accede alla Terrazza panoramica dedicata a Elsa Morante, da cui ammirare un panorama a 360 gradi sul golfo di Napoli. www.lacasadigraziella.com
Il pittore e poeta procidano Toti Scialoja (1914-1988) scriveva che “Procida è spazzata dai venti, dai venti di tutti i punti cardinali. Perché Procida è piatta come una scodella rovesciata, una dolcezza ondulata che si prolunga e si scioglie nel mare. Anche le coste un poco più rilevate sono ammorbidite e addolcite, modellate dal pollice del mare e del vento. (…) L’essenza di Procida è una tenerezza filtrata dal rosa segreto della luce”.