Baci, abbracci e…
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TESTO SALVATORE VIOLA
DIFFICILE AUDIO
Diciamolo: noi italiani esageriamo in tutto. Per esempio, abbiamo un modo tutto nostro di essere persone gentile. Quando incontriamo qualcuno, non importa se lo conosciamo appena o se è un vecchio amico, investiamo il malcapitato con una tempesta di baci, abbracci, pacche sulle spalle, complimenti e salamelecchi di ogni tipo. Non resistiamo, è più forte di noi. Sarà il nostro retaggio levantino (salamelecco è uno dei tanti arabismi della lingua italiana), eredità dell’antica vocazione mercantile delle nostre più importanti città, da Firenze a Venezia, da Genova a Palermo. Gli scambi continui con il mondo arabo e mediorientale non hanno riguardato evidentemente solo le merci, ma anche le abitudini e la cultura. Giuro che ci proviamo, a essere discreti e misurati, ad assumere un atteggiamento scandinavo (chissà perché, poi, immaginiamo gli scandinavi come freddi e distaccati, forse per il clima di “lassù”). Cerchiamo veramente di limitarci, quando ci presentiamo a qualcuno, a un laconico “molto lieto”. Qualcuno riesce a trattenersi, ma è l’eccezione, che, come si dice, conferma la regola. Di seguito un esempio della “regola”.
— Buongiorno, sono Max Mustermann, il nuovo… — Ma sììì, signor Mustermann [stretta di mano a tenaglia e pacca sulla spalla], sappiamo tutto di Lei! Come sta? L’aspettavamo con ansia.
Il povero Max Mustermann accenna una risposta, ma non fa in tempo a emettere fiato che…
— Ma certo che ha fatto un buon viaggio, si vede, si vede! Venga, venga… anzi, diamoci del tu, qui tra colleghi ci diamo tutti del tu. Su, va’ con me a prendere un bel caffè che ti presento gli altri. La sai una cosa? A me i tedeschi mi hanno sempre piaciuto! Mustermann accenna timidamente alla riunione a cui deve partecipare e che comincia tra cinque minuti.
— Ehhh, ma c’è tempo. Caro Max, cinque minuti sono un sacco di tempo. A proposito, oggi è il terzo ottobre, il compleanno del direttore, che arriverà in ritardo. Dunque non ti preoccupare, tanto con quattro slides li stendi tutti [energica pacca sulla spalla]! E questo non è niente. Dopo la “sobria” accoglienza, il “nostro Max” viene subissato di domande, tutte rigorosamente indiscrete: “Sei sposato? No? Ma come, un bell’uomo come te! Chissà quante conquiste, eh? Grande il nostro Max!” Ah, direte, non sono tutti così, dai… È vero, qualcuno è anche peggio.