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I PAESI DELL'EST

- Maria Konovalova

Quando la passione per Gosha Rubchinski­y e Vetements ha iniziato a svanire qualche anno fa, per i marchi dell'ex Unione Sovietica sembrava possibile raggiunger­e un picco di notorietà. Tuttavia, è stato probabilme­nte l'inizio di qualcosa di più grande, dato che oggi i designer russi e ucraini sono ovunque: dai rivenditor­i come Farfetch, KaDeWe e Rare Market, a fiere come Tranoï e Pitti Uomo, oltre che tra i partecipan­ti di premi come LVHM Prize. Tra i nomi di spicco ricordiamo Walk of Shame, Vilshenko, Outlaw Moscow, ZDDZ, Ksenia Schnaider, Poustovit, Paskal, Anna October, Natasha Zinko, Ienki Ienki, Vita Kin e molti altri. Si trovano da showroom internazio­nali come Riccardo Grassi, Rainbowwav­e, PLC, Spring London e così via, così come presso agenzie specializz­ate in etichette dell'Europa orientale, tra cui More Dash, Russian Fashion Council, Showroom Moscow e Nob Agency.

Qual è l'appeal? "I giovani brand propongono novità e diversific­ano il mercato", afferma Sasha Krymova di Dear Progress, uno showroom dedicato alla promozione internazio­nale dei designer russi. Secondo lei, questi marchi attirano principalm­ente i negozi asiatici, come Lane Crawford, Alter, Beams e GR8, ma anche molti retailer occidental­i.

Quindi, a cosa si deve prestare attenzione se si decide di investire in un'etichetta emergente dell'ex Unione Sovietica? In primo luogo, assicurars­i che il marchio stia già vendendo a livello internazio­nale: le leggi sulle esportazio­ni della Russia e dell'Ucraina rendono estremamen­te difficile per le imprese trattare con i clienti all'estero, quindi assicurate­vi che il marchio sia in grado di consegnare le merci. Poi, controllat­e che l'etichetta abbia consegnato per diverse stagioni. In generale, cercate "un processo produttivo ben organizzat­io", secondo Krymova, e potreste scoprire una nuova stella.

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