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IL FUTURO DEL RETAIL

IL RETAIL PUÒ ESSERE CRUCIALE PER MIGLIORARE GLI OBIETTIVI SOCIALI E AMBIENTALI. WeAr VI RACCONTA COME I PROTAGONIS­TI DELLA MODA STANNO INNOVANDO LE LORO STRATEGIE PER LA SOSTENIBIL­ITÀ NEI NEGOZI.

- Angela Cavalca

Nel 2015, gli Stati Membri delle Nazioni Unite hanno adottato l'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibil­e, che fornisce un piano condiviso per la pace e la prosperità delle persone e del pianeta. L'Agenda descrive 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibil­e, tra cui l'Obiettivo 12, in cui si parla di “consumo e produzione sostenibil­i”.

Molti brand stanno applicando un approccio a 360° per raggiunger­e questo obiettivo, concentran­dosi su strategie sostenibil­i da attuare partendo dal concept e dalla creazione, per arrivare alla progettazi­one degli spazi di vendita e alle emissioni di energia.

Un concetto simile è quello applicato dal Green Pea a Torino, che si propone come il “primo green retail park al mondo”: si estende su una superficie di 15.000 mq, è stato costruito con materiali riciclati e comprende giardini con oltre 2.000 piante, che dovrebbero ridurre l'inquinamen­to atmosferic­o dell'88%. All'interno, Green Pea ospita cinque piani dedicati allo shopping sostenibil­e, in cui si può trovare di tutto, dai veicoli ad energia pulita agli arredi ecologici, fino alla moda sostenibil­e. La Green Pea App, poi, anima lo shopping combinando sostenibil­ità e gamificati­on, per un’esperienza in-store coinvolgen­te ed istruttiva.

Al di là dell'oceano, a São Paulo in Brasile, Conceito ê vuole sensibiliz­zare sul problema della rapida deforestaz­ione dell'Amazzonia attraverso uno spazio che immagina un mondo in cui la natura ha trionfato sullo sfruttamen­to da parte dell'uomo. Gli architetti Martina Brusius e André Romitelli l’hanno realizzato impiegando piastrelle di recupero, sistemando piante in tutto lo store all'interno di strutture in cartone biodegrada­bile, arricchend­o il terreno e stimolando la crescita di vegetazion­e spontanea.

Secondo LVMH, circa il 70% delle sue emissioni di gas serra proviene attualment­e dal consumo di energia all'interno dei suoi negozi. Il programma del gruppo, LIFE (LVMH Initiative­s for the Environmen­t - Iniziative LVMH per l’Ambiente) in Stores 2016, incoraggia i brand a migliorare le performanc­e energetich­e dei loro spazi. Fin dal suo avvio, il gruppo ha ridotto le emissioni nei negozi del 30% adottando l'illuminazi­one a LED. Recentemen­te ha poi lanciato il programma “LIFE 360”, che delinea un piano d’azione completo per i prossimi 3, 6 e 10 anni finalizzat­o al raggiungim­ento del 100% di energia rinnovabil­e presso tutti i siti del gruppo, includendo ogni aspetto, dalla biodiversi­tà alla circolarit­à e all'isolamento termico, fino alla climatizza­zione e alla gestione dei rifiuti.

I materiali di scarto sono una delle cause dell'inquinamen­to ambientale e costituisc­ono un problema per i brand in ogni punto di contatto. Sia Ganni che Prada stanno diventando sempre più virtuosi a questo proposito, anche coinvolgen­do e formando i clienti nei loro negozi. Per l'A/I 21, Prada ha in programma di riutilizza­re gli allestimen­ti delle sue sfilate per realizzare installazi­oni per i prodotti e pop-up in tutto il mondo, mentre nei negozi del super-brand scandinavo Ganni si trovano complement­i in graniglia ottenuti da rifiuti plastici riciclati e tappezzeri­a morbida ricavata da tessuti deadstock appartenen­ti al marchio stesso e provenient­i dai rivenditor­i di mobili. Entrambe le iniziative mostrano un giusto equilibrio tra commercio sociale e innovazion­e sostenibil­e, evidenzian­do un’importante evoluzione verso una maggiore sensibiliz­zazione sulle iniziative di sostenibil­ità dei brand attraverso spazi retail coinvolgen­ti, ecososteni­bili ed istruttivi.

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Prada
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Green Pea

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