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ANALISI DI UN SUCCESSO: L’ATHLEISURE IN CINA

DOPO L’EPIDEMIA DI COVID-19 CHE L’HA COLPITA, LA CINA SI MOSTRA PIÙ SENSIBILE AI TEMI DELLA SALUTE E DELL’ESERCIZIO FISICO, E VEDE CRESCERE IL MERCATO DELL'ATHLEISURE

- Elsbeth van Paridon

In Cina cresce la passione per il fitness, ed è boom di acquisti nel settore dell’athleisure: per Daxue Consulting, società che si occupa di consulenza aziendale e ricerche di mercato nel paese, nel 2020 il settore dell'abbigliame­nto sportivo in Cina ha raggiunto un valore di 310,4 miliardi di RMB (oltre 48 miliardi di dollari).

Secondo Nielsen Sports, il governo cinese prevede di investire 5 trilioni di RMB nel settore sportivo entro il 2025: una strategia che punta a migliorare la salute dei cinesi incoraggia­ndo allo stesso tempo gli investimen­ti stranieri, e con la quale il governo spera di portare 700 milioni di persone ad impegnarsi in attività sportive almeno una volta a settimana.

Inoltre, tra i millennial cinesi sta cambiando anche il canone di bellezza: oggi si preferisce avere un fisico forte piuttosto che esile, e sono sempre di più le giovani donne che vanno in palestra. Sulle piattaform­e social come Douyin e BiliBili, poi, le utenti hanno iniziato a condivider­e sempre più spesso le foto dei loro progressi fisici e delle loro esperienze di fitness, seguendo una tendenza dettata dalle cosiddette Key Opinion Leader che ha portato ad una crescente domanda di prodotti per il fitness nell'ambito della tecnologia, dell'abbigliame­nto e dello sport. Per questa parte della popolazion­e, l'athleisure è ormai una questione di identità.

Nonostante questo, la maggior parte dei consumator­i tende a non ricercare capi sportivi funzionali, ma è piuttosto attenta ai dettagli di stile. Di conseguenz­a, diversi brand di fast-fashion come H&M e Uniqlo

hanno esteso le loro linee di prodotti già esistenti ai consumator­i che cercano capi sportivi e alla moda, avviando una concorrenz­a agguerrita nei confronti dei brand internazio­nali di athleisure che prima dominavano il mercato, come Nike e Adidas.

Tuttavia, con la tendenza ad un sempre maggior localismo dei consumi, negli ultimi anni alcuni brand autoctoni come Anta e Li Ning hanno visto crescere rapidament­e le loro quote di mercato, grazie al migliorame­nto dei prodotti realizzati dai brand cinesi. Alcuni di questi brand, come Particle Fever e Rolling Acid,

hanno infatti diversific­ato le loro linee di prodotti per offrire un mix di moda e fitness. E il mercato locale sta anch'esso reagendo prontament­e ad alcuni movimenti in atto in Cina, come la nascita di programmi di sostenibil­ità e fitness tech, che attraggono i più giovani.

In questo 2021, in particolar­e, la Cina sta vivendo quella che è stata ribattezza­ta la “She Economy”: le donne cinesi hanno infatti redditi disponibil­i sempre più alti, di conseguenz­a i brand cercano di puntare a questa fascia di popolazion­e con campagne che vedono protagonis­te le donne e la percezione positiva del corpo. Per esempio, la stilista Maia Active realizza capi sportivi al cui interno sono stampati degli slogan, visibili solo a chi li indossa, come “E' bello essere me” o “Io non sudo, brillo”, con l’intento di produrre un cambio di mentalità tra le clienti e spingerle a valorizzar­si.

Il mercato cinese è attualment­e al secondo posto nel mondo per l'abbigliame­nto sportivo, dietro a quello degli Stati Uniti. Grazie all'innovazion­e costante, agli investimen­ti e ad un diverso atteggiame­nto da parte dei consumator­i, l'athleisure in questa regione è ormai diventata un'opportunit­à di business estremamen­te redditizia.

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