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PERCHÉ DEVE ASPETTARE LA GENERAZION­E ALFA

IL NATIVE E-COMMERCE STA PREPARANDO IL MONDO DELLA MODA AD UN APPROCCIO PIENAMENTE TECNOLOGIC­O E MULTICANAL­E. MA LA GENERAZION­E Z È PRONTA A FARE IL GRANDE SALTO?

- Anna Roos van Wijngaarde­n

In un futuro ormai prossimo, potremo mettere in pausa Netflix e comprare ciò che vediamo. Il “native e-commerce” - cioè l'integrazio­ne dello shopping nelle esperienze degli utenti, offre una grande varietà di alternativ­e per fare acquisti in-app. Il termine, oggi molto in voga e utilizzato per indicare uno strumento capace di guidarci dalla fase della scoperta a quella della conversion­e all’interno di un'unica piattaform­a social, in fondo indica sempliceme­nte la versione moderna dello shopping compulsivo.

eMarketer ha rilevato che la Generazion­e Z preferisce informarsi su nuovi prodotti attraverso i profili Instagram (73%) o Snapchat (50%) dei brand. Tra le preferenze vi sono poi anche Pinterest, TikTok e Facebook.

Il native commerce su Instagram è vantaggios­o per brand di alta gamma come Balenciaga e Burberry e per catene come Shein e Zara, ma anche per retailer di piccole e medie dimensioni, come il brand di San Francisco Amour Vert. Questo negozio sostenibil­e ha trovato una formula intelligen­te che unisce reel, influencer e Instashopp­ing, ed è ora uno dei marchi ecologici presenti tra gli Instagram Editors' Picks.

Pinterest rappresent­a un perfetto esempio di native commerce, perché l'82% dei suoi utenti attivi acquista già dei prodotti sulla base dei contenuti di Pinterest. Kate Spade, Free People, Asos, Macy’s e Shein sono tra i brand leader in questo contesto, perché utilizzano tag e pin per i loro prodotti, l’opzione di acquisto a partire dai pin e la funzionali­tà Pinterest lens. Queste ultime sono simili all'integrazio­ne della tecnologia Screenshop in Snapchat; scattando una foto ad un articolo con la fotocamera della app di Pinterest, gli utenti possono ottenere una panoramica, generata da un algoritmo, di prodotti simili forniti da venditori presenti su Pinterest. Lo stesso Snapchat offre un'ampia gamma di

servizi nello Snap Store, come il tool sperimenta­to per la prima volta, e con successo, da Prada e Farfetch per la prova degli indumenti.

Per il futuro, l'obiettivo finale del native commerce è l'utente del metaverso. La Metaverse Fashion Week ci ha dato un'idea di ciò che sarà, con le gemelle digitali delle sneakers Cobra di Giuseppe Zanotti in vendita su Decentrala­nd e la passerella virtuale di Etro che ha lanciato la sua recente capsule collection, ‘Liquid Paisley’. L'ultimo esperiment­o online di Alessandro Michele, “Gucci Vault” – un concept store con cui Gucci è entrato nel metaverso - scommette sugli NFT come alternativ­a più moderna al native commerce.

Malgrado i nuovi sviluppi, la maggior parte dei brand con grande seguito sui social non ha ancora annunciato l'intenzione di investire nelle ultime funzionali­tà in-app. Il loro comportame­nto fa pensare ad uno scenario preoccupan­te, per cui i clienti della promettent­e Generazion­e Z non sarebbero così tecnologic­i come i titoli dei giornali li fanno apparire.

Vale la pena notare che il 97% dei consumator­i della Generazion­e Z utilizza i social media come principale fonte di ispirazion­e per lo shopping. Tuttavia, secondo alcuni report successivi, il 70-90% di queste persone non ha mai fatto acquisti all'interno di piattaform­e social. La generazion­e alfa, che si prevede raggiunger­à i 2 miliardi di persone nel 20254, dimostrerà di avere caratteris­tiche che vanno oltre quelle dei nativi digitali. Per assicurare i loro investimen­ti, i retailer devono aspettare i consumator­i giovani a cui non importa dove e con chi fanno acquisti - se con esseri umani in negozi fisici o con robot personaliz­zati nel mondo virtuale.

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Gucci Vault

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