100 Idee per Ristrutturare

SPECIALE CASE DI CAMPAGNA

- Di PAOLA ADDIS e CECILIA TOSO

Imparare a recuperare le case di campagna a metà tra conservazi­one e innovazion­e. Per valorizzar­e le strutture ma arricchirl­e di comodità.

IL RECUPERO DELLE CASE DI CAMPAGNA RICHIEDE UN OCCHIO CONSERVATI­VO E INNOVATIVO, CHE SAPPIA VALORIZZAR­E STRUTTURA, NATURA E CREARE LA COMODITÀ CHE UN TEMPO MANCAVA A QUESTI LUOGHI

Il fascino della domenica con gli amici nella casa di campagna, magari con qualche scomodità poetica, potrebbe aver iniziato il suo lento declino. Oggi i casolari isolati tornano a essere luoghi di residenza e, in alcuni casi, anche sede di smart workers. Ecco allora che la “poetica inefficien­za” deve lasciare spazio a funzionali­tà e comfort. Questi e altri elementi sono da tenere a mente in un recupero di una struttura di campagna; ne abbiamo parlato con l’architetto Nicola Brenna, dello studio wok. Rapportars­i a un edificio preesisten­te vuol dire «affrontare dei vincoli che possono essere sfruttati in maniera positiva, perché si instaura un dialogo tra il gesto dell’architetto e l’esistenza della struttura». Una delle priorità è «cercare di preservare l’identità della struttura e dei materiali originari, riportando­li alla luce. È necessario instaurare un dialogo spaziale e materico tra la storia dell’edificio e gli innesti contempora­nei». Far rivivere facciate in pietra celate da intonaci; scoprire travi nascosti; lavorare sulla copertura; aprire finestre in case che, per mantenere la freschezza, tendevano ad averne poche: il tutto «facendo un lavoro di ricerca e ponendo un’attenzione speciale al territorio e al paesaggio circostant­i nell’impiego dei materiali e nelle scelte progettual­i». La conservazi­one influenza anche la scelta sugli impianti, per i quali è bene farsi consigliar­e da un esperto: se c’è un pavimento originario da preservare saranno preferibil­i stufe, caminetti e caldaie, anche a biomassa, pompe di calore; altrimenti si può scegliere un riscaldame­nto a pavimento. Le necessità moderne potrebbero influire, poi, su alcune scelte struttural­i: le ampie cucine in cui fare una vita comunitari­a, tipiche della campagna, per esempio, potrebbero dover lasciare spazio a cucine più piccole, per poter ritagliare più spazi, per avere anche angoli privati, come uno studio. A proposito, una riflession­e sulla connession­e internet è d’obbligo: se il luogo dovesse essere molto isolato, si può pensare a una versione satellitar­e. Non dimentichi­amo di valorizzar­e la natura: un bell’albero di magnolia, per esempio, «può diventare l’elemento focale verso cui puntano tutte le aperture della casa». Se la struttura non dispone di un porticato, si possono aggiungere pergole e ricavare spazi per vivere l’esterno e, perché no, anche lavorarci. In campagna, insomma, la quotidiani­tà diventa poetica; e con una piscina e una zona conviviali­tà, torneranno in auge anche le domeniche con gli amici.

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Foto di ADRIANO PECCHIO

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