CINQUE AMBIENTI, UNO SPAZIO
A MILANO, UN MINIAPPARTAMENTO UTILIZZA PEDANE E SCAFFALI IN LEGNO PER SEPARARE LE DIVERSE FUNZIONI E SOLUZIONI A SCOMPARSA PER CELARE LE ZONE DI SERVIZIO
UUn ambiente utile per la flessibilità più totale. Uno spazio calmo nel centro caotico, una base per ospiti, amici o parenti in visita, una sala per meeting di lavoro. La proprietaria di questa casa di 40 metri quadrati ha richiesto agli architetti Tommaso Giunchi e Manuela Fernández di creare un luogo adatto a ospitare persone diverse, dalle figlie di ritorno dall’estero che preferiscono fermarsi in centro città a collaboratori radunati per riunioni e incontri. Con vista sul parco Sempione a Milano, un monolocale si trasforma così in una casa pratica suddivisa in cinque ambienti. Dopo aver eliminato ogni suddivisione interna, gli architetti hanno ricreato un volume dedicato al bagno che, in prossimità dell’ingresso, nasconde il portoncino e consente di scoprire la casa gradualmente. Le pareti che sono state realizzate per ospitare doccia e sanitari non sono direttamente adiacenti alle mura portanti della casa, ma utilizzano vetrate che consentono il passaggio della luce proveniente dal living, conferendo allo spazio maggiore leggerezza. Camminando intorno a questo spazio, si accede alla zona giorno: le grandi vetrate hanno consentito agli architetti di sfruttare la notevole luminosità per creare ambienti confortevoli e di ampio respiro.
Un sistema di pedane e separé a librerie plasma lo spazio suddividendolo secondo le varie funzioni. «A livello di percezione degli interni – spiega l’architetto Tommaso Giunchi –, l’utilizzo di pavimentazioni poste ad altezze diverse aiuta chi vive la casa a comprenderne le partizioni e a non confonderne gli utilizzi». Così, il divano e il letto sono posti ad altezze differenti e sono separati dai piani in legno degli scaffali che danno l’impressione di avere a disposizione uno spazio dedicato interamente alla zona notte senza, tuttavia, sottrarre ulteriore metratura alla casa.
La cucina è realizzata con un mobile sospeso dotato di piano cottura a scomparsa, in modo da nascondere i fornelli e il lavandino in caso di necessità e dissimulare la propria funzione quando non utilizzata. L’intera casa è arredata con mobili realizzati su misura da artigiani e disegnati dagli architetti, che consentono di sfruttare appieno gli spazi e offrono la possibilità di riporre tutti gli oggetti necessari.
Fondatori dello spazio Bolaffio18, Tommaso Giunchi e Manuela Fernández collaborano su diversi progetti, anche all’estero, dall’arrivo in Italia di Fernández, che ha fondato il suo studio di architettura e la Nandez nel 2009 dopo esperienze in Spagna e Germania. Giunchi si è laureato a Milano con esperienza formativa alla Delft University e poi professionale in Italia e Spagna. Ha aperto il suo studio nel 2011.