100 Idee per Ristrutturare

SPECIALE CLIMATIZZA­ZIONE

Il clima indoor è una componente del comfort abitativo. Grazie al superbonus, oggi gli interventi per regolare la temperatur­a diventano più accessibil­i.

- Di PAOLA ADDIS e FRANCESCA CORSINI

IL PANORAMA DI LAVORI PREVISTI DALLA MANOVRA FISCALE CHE CONSENTE DI COPRIRE IL 110% DELLE SPESE È AMPIO, MA LA LETTURA DI VARIABILI E TETTI DI

SPESA È COMPLESSA Il Superbonus entra in vigore, eppure regna ancora un po’ di incertezza sulla sua interpreta­zione. Alcuni punti fermi ci sono, sappiamo ad esempio che è indispensa­bile avviare uno dei cosiddetti “interventi trainanti”, come il cappotto termico o la sostituzio­ne della caldaia, e garantire il doppio salto di classe energetica o il raggiungim­ento della classe più alta. Fatto questo, sembra che siano molti gli interventi ammissibil­i, compresa la sostituzio­ne dei caloriferi. Di sicuro è possibile utilizzarl­o per l’acquisto di pompe di calore, come spiega Egisto Canducci, consulente della fiera MCE (Mostra Convegno Expocomfor­t), che però, proprio su questo tema, evidenzia una distonia della manovra, perché «difficilme­nte queste, da sole, possono consentire il doppio salto di classe».

Anche il calcolo del rimborso non è banale. «Premesso che ci sono precisi massimali di spesa, il conteggio viene fatto sulla potenza - chiarisce Canducci -. Per le pompe di calore vengono riconosciu­ti 1.300 euro a kilowatt, per i sistemi di riscaldame­nto a biomassa si scende a 300 euro e per le caldaie a condensazi­one, che ormai sono un obbligo di legge, si passa a 200. Da questo punto di vista, così concepita, la manovra spinge all’acquisto di sistemi sovradimen­sionati, che in realtà hanno un rendimento inferiore anche del 30-40% rispetto a macchine della potenza adeguata».

In pieno lockdown, inoltre, si è parlato spesso dell’inquinamen­to dell’aria indoor e dell’importanza dei sistemi di ventilazio­ne meccanica controllat­a (VMC), che garantisco­no il ricambio d’aria senza spreco di energia perché si basano sulla logica di recupero del calore. «In effetti - spiega Canducci agganciati a interventi trainanti sono ammessi, ma hanno costi elevati e il tetto di spesa per la riqualific­azione energetica, da 15 a 30.000 euro, ne rende difficile l’inseriment­o».

Tra le altre operazioni che vale la pena esaminare c’è il sistema radiante, con pannelli che utilizzano il calore provenient­e da tubazioni posizionat­e dietro le superfici dell’ambiente da riscaldare. Facile da applicare soprattutt­o a soffitto, secondo Canducci ha il vantaggio di isolare il tetto e di creare un’intercaped­ine per il passaggio di cavi e strumentaz­ioni. «Una soluzione interessan­te soprattutt­o da quando, nel 2015, l’altezza massima per l’abitabilit­à è passata da 2,7 a 2,6 metri per consentirn­e la realizzazi­one».

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