Asimmetrie, tinte opache e consunte, superfici imperfette. E poi una grande parete verde. La casa progettata dal fondatore dello studio di architettura Sergey Makhno Architects per la sua famiglia segue la filosofia del Wabi-sabi, visione estetica giapponese che ricerca una “bellezza imperfetta, transitoria”: in breve, naturale. Il progettista ha ridisegnato le linee di un attico all’ultimo piano di un palazzo ucraino e, alle travi in legno grezzo del solaio, ha accostato il rivestimento in argilla naturale a parete, il parquet dalle venature scure e calde, e i materiali mantenuti allo stato più naturale possibile, con le forme e le linee originarie, come quelle che seguono il corrimano della scala e le superfici dei tavoli. A creare la suggestione della foresta: il sistema di piante affisso al muro che isola l’ambiente e mantiene il comfort indoor. www.mahno.com.ua
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NELLA ZONA NOTTE LE TINTE SI FANNO PIÙ SCURE, COME IL CIELO AL CALARE DEL SOLE. LO STILE RESTA IL MEDESIMO, CON RAMI E TRONCHI COME TAVOLINO O STIPITE NEI PASSAGGI.
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A CONTRASTO CON LO SKYLINE DELLA CITTÀ, IL TERRAZZO OSPITA UN GIARDINO PENSILE E ALCUNI BONSAI. IL BAGNO È IN CONTINUA COMUNICAZIONE CON L’ESTERNO ATTRAVERSO LA VETRATA.