100 Idee per Ristrutturare

Mobile o struttural­e?

CREARE UN SOPPALCO ALL’INTERNO DI UNA STANZA AIUTA A SFRUTTARE MEGLIO L’AMBIENTE. MA COME SCEGLIERE TRA UN ELEMENTO PIÙ STABILE E UNO MOBILE?

- Di GIORGIA BOLLATI

Recuperare spazio quando la metratura è ridotta, sfruttare la casa in altezza quando i solai sono particolar­mente alti o dare movimento e dinamicità all’ambiente indoor. Un soppalco può cambiare radicalmen­te l’aspetto di una casa. In particolar­e, in camera da letto, sistemare il materasso su un livello differente consente di creare l’effetto di un “nido” protetto e separato e anche di organizzar­e ogni zona in un modo che può essere più funzionale. Sempre a partire da una conformazi­one interna adeguata e da una disponibil­ità sufficient­e di spazio dal pavimento al soffitto. Dopo aver verificato la compresenz­a di queste condizioni, occorre decidere se optare per un elemento struttural­e o per un soppalco smontabile, che sia riconosciu­to – da un punto di vista normativo – come elemento di arredo.

Scegliere tra struttura ed elemento di arredo. «Quando si inserisce in un ambiente un soppalco che risulta come mobilio – spiega Gianluca Puccio, architetto fondatore dello studio Puccio Collodoro Architetti –, occorre che l’elemento sia completame­nte staccato dalle pareti e dalla parte struttural­e principale». Nel caso di un soppalco smontabile, l’effetto ottenuto sarà quello di un ambiente unico e organico, in cui sempliceme­nte vengono suddivise le funzioni. «Nel caso di una soluzione struttural­e, invece – prosegue l’architetto –, si disegna un nuovo spazio, a cui si accede da un’altezza differente da quella del piano principale, così che la percezione dell’ambiente cambia». Da un punto di vista progettual­e, questa decisione comporta approcci molto diversi: «Un soppalco di arredo prevede sezioni molto più grosse – chiarifica l’architetto Tommaso Giunchi – e richiede elementi di sostegno, come pilastri, che rimangano visibili nella stanza. Un piano struttural­e con putrelle a muro consente di eliminare i punti di appoggio mantenendo tutto sospeso e anche di realizzare uno spazio più confortevo­le e isolato». Al di là degli aspetti più architetto­nici, però, si tratta di una soluzione che nel primo caso è reversibil­e, mentre l’alternativ­a richiede la pratica edilizia da consegnare al comune perché questo sia realizzato o demolito.

Altezze e regolament­i. «Nel caso di un elemento smontabile, realizzabi­le in legno o in metallo – spiega l’Architetto Annalisa Carli –, i limiti e le richieste sono molto più flessibili: si può arrivare fino a 1,80 metri di altezza per mantenere la vivibilità. Quando entra in gioco un oggetto struttural­e, invece, occorre rispettare regole più precise: in molti Comuni, per esempio, è necessario che sotto al piano resti un’altezza minima di 2,10 metri. Lo stesso vale per l’altezza che separa il piano dal solaio. In una condizione del genere, la superficie del soppalco, esclusa la scala di accesso, non deve essere superiore a un terzo di quella del locale soppalcato». L’ampiezza del piano varia, poi, sulla base delle altezze del soppalco. In generale, è necessario consultare il regolament­o Edilizio di ogni Comune perché i limiti minimi potrebbero variare.

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