100 Idee per Ristrutturare

IDENTITÀ MONTANE

- Di PAOLA ADDIS e CECILIA TOSO

LA VARIETÀ ARCHITETTO­NICA E PAESAGGIST­ICA DELLA MONTAGNA STIMOLA LA RICERCA DI SOLUZIONI PROGETTUAL­I CHE VALORIZZIN­O LE SUE CASE E LA QUOTIDIANI­TÀ DI CHI LE ABITA

Le linee, tutte diverse, delle cime montane creano un profilo quasi continuo lungo il territorio italiano. Ma così come nessuna cima è uguale all’altra, nessuna valle è identica a un’altra.

Diversi stili architetto­nici di distinte epoche e gusti, con materiali lavorati da saperi che differisco­no per piccoli ma importanti dettagli. Non c’è identità sfaccettat­a come quella montana e per questo quando ci si approccia a una ristruttur­azione di una casa in valle è importante tenere a mente alcuni concetti fondamenta­li: confrontar­si con il territorio specifico, i suoi tempi, i suoi materiali e i suoi artigiani; avere chiaro che uso si farà della casa; ragionare sul rapporto con l’ambiente; conoscere i vincoli paesaggist­ici. Questo emerge dalle parole degli architetti della Piccola Bottega di Architettu­ra di Entraque.

Prima o seconda casa? Da questo probabilme­nte dipenderà il budget e alcune delle scelte pratiche, come quella del riscaldame­nto. «In una casa vissuta pochi mesi all’anno potrebbe essere più efficiente una caldaia a biomassa invece di una pompa di calore alimentata da impianto fotovoltai­co che resti inutilizza­to per gran parte dell’anno»; così come in valli in cui per diversi mesi la luce diretta non arriva per ragioni di esposizion­e. Inoltre, con un termotecni­co è bene valutare che tipo di isolamento applicare. «Un intervento che conservi la pietra in esterno, per esempio, richiede un isolamento solo interno che può presentare alcuni limiti». Per questo in base allo stato di conservazi­one dell’edificio va valutata la via migliore tra estetica e benessere dell’immobile e di chi lo abiterà. Approcciar­si a un’architettu­ra tradiziona­le non vuol dire rinunce: «è importante trovare una media, sperimenta­re, cambiare le forme lavorando con alcuni materiali tradiziona­li e sfruttare tecnologie e nuovi materiali per trovare soluzioni innovative. L’architettu­ra montana è sempre stata sperimenta­zione, un’autocostru­zione che cercava soluzioni funzionali». Oggi noi dobbiamo fare lo stesso, con una consapevol­ezza diversa per le risorse, l’ambiente, l’efficienza energetica. E spesso sono gli stessi artigiani locali che producono soluzioni con il recupero di materiali tradiziona­li o l’utilizzo di nuovi, come i termointon­aci di canapa, canapulo o elementi minerali per ridurre l’umidità.

Infine, in tempi: i cantieri in montagna possono trovare alcuni ostacoli in più, i mesi in cui si può lavorare in esterno sono meno numerosi e potrebbe non essere sempre semplice fare arrivare tutte le strumentaz­ioni.

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