IDENTITÀ MONTANE
LA VARIETÀ ARCHITETTONICA E PAESAGGISTICA DELLA MONTAGNA STIMOLA LA RICERCA DI SOLUZIONI PROGETTUALI CHE VALORIZZINO LE SUE CASE E LA QUOTIDIANITÀ DI CHI LE ABITA
Le linee, tutte diverse, delle cime montane creano un profilo quasi continuo lungo il territorio italiano. Ma così come nessuna cima è uguale all’altra, nessuna valle è identica a un’altra.
Diversi stili architettonici di distinte epoche e gusti, con materiali lavorati da saperi che differiscono per piccoli ma importanti dettagli. Non c’è identità sfaccettata come quella montana e per questo quando ci si approccia a una ristrutturazione di una casa in valle è importante tenere a mente alcuni concetti fondamentali: confrontarsi con il territorio specifico, i suoi tempi, i suoi materiali e i suoi artigiani; avere chiaro che uso si farà della casa; ragionare sul rapporto con l’ambiente; conoscere i vincoli paesaggistici. Questo emerge dalle parole degli architetti della Piccola Bottega di Architettura di Entraque.
Prima o seconda casa? Da questo probabilmente dipenderà il budget e alcune delle scelte pratiche, come quella del riscaldamento. «In una casa vissuta pochi mesi all’anno potrebbe essere più efficiente una caldaia a biomassa invece di una pompa di calore alimentata da impianto fotovoltaico che resti inutilizzato per gran parte dell’anno»; così come in valli in cui per diversi mesi la luce diretta non arriva per ragioni di esposizione. Inoltre, con un termotecnico è bene valutare che tipo di isolamento applicare. «Un intervento che conservi la pietra in esterno, per esempio, richiede un isolamento solo interno che può presentare alcuni limiti». Per questo in base allo stato di conservazione dell’edificio va valutata la via migliore tra estetica e benessere dell’immobile e di chi lo abiterà. Approcciarsi a un’architettura tradizionale non vuol dire rinunce: «è importante trovare una media, sperimentare, cambiare le forme lavorando con alcuni materiali tradizionali e sfruttare tecnologie e nuovi materiali per trovare soluzioni innovative. L’architettura montana è sempre stata sperimentazione, un’autocostruzione che cercava soluzioni funzionali». Oggi noi dobbiamo fare lo stesso, con una consapevolezza diversa per le risorse, l’ambiente, l’efficienza energetica. E spesso sono gli stessi artigiani locali che producono soluzioni con il recupero di materiali tradizionali o l’utilizzo di nuovi, come i termointonaci di canapa, canapulo o elementi minerali per ridurre l’umidità.
Infine, in tempi: i cantieri in montagna possono trovare alcuni ostacoli in più, i mesi in cui si può lavorare in esterno sono meno numerosi e potrebbe non essere sempre semplice fare arrivare tutte le strumentazioni.