LE FONDAZIONI DEGLI EDIFICI
La fondazione costituisce un primo fondamentale passaggio in ogni costruzione, ma ricopre anche un ruolo centrale negli interventi di ristrutturazione. Come il celebre esempio della torre di Pisa dimostra, la fondazione è responsabile della tenuta dell’edificio e, se realizzata correttamente, sarà in grado non solo di sostenerne il peso, ma anche di contrastare le spinte del terreno. La forza di gravità, infatti, porta il terreno a spingere sia verso il basso sia verso l’alto, vale a dire contro l’immobile che vi poggia sopra. E quanto più questo sarà pesante, tanto più forte sarà la spinta.
Della fondazione si occupa l’ingegnere sulla base delle valutazioni preventivamente fatte dal geologo, un vero e proprio scienziato che studia il terreno. Mediante delle stratigrafie, simili alle radiografie umane, ne determina la composizione: sotto lo strato più superficiale di manto erboso si potrà trovare uno strato più profondo di argilla o limo e, infine, a una profondità variabile, la roccia. Nelle zone montuose il terreno è più roccioso e sostiene meglio il peso rispetto a terreni più morbidi e sabbiosi come quelli della Pianura Padana. Da considerare è anche la zona sismica di appartenenza: l’Italia, infatti, è stata suddivisa in quattro zone sismiche sulla base della frequenza e dell’intensità dei terremoti passati, a ciascuna delle quali corrisponde un livello di rischio e, di conseguenza, una precisa normativa edilizia. Infine, l’ultima tessera del puzzle è costituita dai calcoli relativi al peso dell’immobile: un edificio monopiano in legno, per esempio, pesa meno di un immobile a tre piani in cemento armato e necessita, dunque, di minor sostegno. Sulla base di questi dati l’ingegnere può determinare la migliore soluzione per la fondazione. Nei casi meno problematici sono sufficienti dei pali semplici, di diametro variabile in base al terreno. Qualora la fondazione debba, invece, sostenere spinte di notevole entità, si opta per dei pali trivellati. Dotati di una trivella, questi, mano a mano che scavano, iniettano nel terreno un fluido che mantenga salda la struttura e sia poi sostituito, una volta risalita la trivella, dal calcestruzzo, in cui viene collocata una gabbia di ferro. In fase di ristrutturazione, si interviene sulle fondazioni quando occorre consolidare l’immobile e il terreno, oppure in funzione di ampliamenti. In caso di ampliamento orizzontale, si edifica la nuova porzione di edificio da zero, seguendo il procedimento sopra descritto. In caso, invece, di ampliamento verticale o di interventi di consolidamento, si procede a mettere in sicurezza la fondazione preesistente. Dapprima, vengono effettuati degli scavi per accertarne le condizioni: è come se l’immobile fosse un paziente che viene sottoposto a un check-up per identificarne le problematiche e prescrivergli la giusta cura. Quindi, si procede a un irrigidimento della struttura, mediante tre possibili soluzioni.
Sotto controllo sonar, si possono effettuare delle iniezioni a pressione di
L’IMPORTANZA DELL’INDAGINE GEOLOGICA NELLA PROGETTAZIONE E NELLA RISTRUTTURAZIONE DELLE FONDAZIONI
resine antiritiro (e talvolta espandenti), che, una volta asciutte, si solidificano e stabilizzano la fondazione dell’immobile. Un’altra tecnica consiste nell’inserire obliquamente dei micropali, del diametro generalmente compreso fra i 100 e i 300 mm, in prossimità delle pareti da irrigidire. Questi verranno poi uniti alla muratura mediante un cordolo in calcestruzzo. Infine, è anche possibile, scavando all’interno e all’esterno dell’immobile, realizzare un cordolo di calcestruzzo intorno alla fondazione esistente, come quando si stecca un dito rotto. Questo metodo è particolarmente indicato nel caso di vecchie fondamenta, spesso realizzate in mattoni. Simili interventi di consolidamento e messa in sicurezza sono oggi incentivati dal Sisma bonus, un’iniziativa statale per mitigare il rischio sismico, applicando le vigenti normative di sicurezza in materia edilizia, notevolmente evolutesi nel corso degli ultimi anni.