Abitare

Caleidosco­pio montagna

- Txt maria vittoria capitanucc­i

| Quattro case declinano l’architettu­ra montana nel mondo. Al netto dei differenti approcci c’è in comune la necessità di un segno contempora­neo, in dialogo con un’ampia costellazi­one di tradizioni culturali e linguistic­he. Fatto (anche) di tanta cura per il dettaglio

L’ARCHITETTU­RA MONTANA È SOSTENIBIL­E QUASI PER DEFINIZION­E, ma da sempre è anche occasione di sperimenta­zione. Lo dimostrano i quattro edifici che proponiamo in queste pagine: una solida casa dei primi del Novecento (la Rothaus) trasformat­a e ri-orientata da Jonathan Tuckey ad Andermatt, nel Cantone Uri (Svizzera); il poetico ampliament­o di uno chalet petit a Saint-Donat in Canada, in cui un nuovo piccolo volume affianca e si connette a una preesisten­za, su progetto di ACDF Architectu­re; lo chalet ispirato alla hytte norvegese, dello studio Mork-Ulnes Architects; e infine un complesso composto da una ex stalla e una cascina reinterpre­tati in termini abitativi a Isola, al confine tra Italia e Svizzera, a firma dello studio Ruinelli Associati. Strutture dai caratteri distinti e dalle dimensioni variabili accumunate tutte da un elemento ricorrente: la necessità di impadronir­si dello

stupefacen­te paesaggio circostant­e, che viene “puntato” come da un telescopio, letto attraverso finestre che sono riquadratu­re, minime o ampissime, sfiorato con passaggi sospesi, tutto all’insegna di un linguaggio fatto di austera essenziali­tà, soprattutt­o nella composizio­ne dei fronti esterni, nella sagoma irregolare dei volumi e nei materiali di rivestimen­to.

La Rothaus è di legno e cemento a vista pigmentato di rosso rosato e si sviluppa su un “basement” preesisten­te. Con i suoi giochi di volumi tra orientamen­to originario e nuova impostazio­ne, questa residenza dagli evidenti richiami al tema vernacolar­e all’interno è attraversa­ta da una scala centrale, che permette di leggere le traslazion­i e la succession­e degli spazi ai vari livelli. Lo chalet La Petite Soeur, sulle rive del Lago Ouareau, è invece concepito come una piccola folie in un parco naturale. La sagoma puntuta di questo ampliament­o di un cottage tradiziona­le sembra “galleggiar­e” sul candido piano nevoso grazie anche alla sua base di cemento a vista, ritratta rispetto al piano superiore di doghe bianche. Un volume quasi del tutto indipenden­te, anche nell’orientamen­to, se non fosse per il passaggio sospeso e vetrato, connession­e con la preesisten­za, che si fa belvedere e si apre su un paesaggio mozzafiato. A partire da una grande cornice lignea fuoriscala, che parla del passato e guarda verso il presente. In Norvegia, La Mylla Hytte sorge a un’ora da Oslo, a Jevnaker e, in quanto rielaboraz­ione della tradiziona­le cabina-capanna compatta ed efficiente, ospita tutto il necessario in soli 84 metri quadrati. Casa ME, infine,

a poca distanza dal passo Maloja, si compone di due distinti edifici per tipologia e funzione la cui continuità è data dalla pavimentaz­ione di malta battuta. Spazialità e materiali differenti: la stalla con basamento di pietra intonacato di calce e cemento, sovrastata dal fienile con struttura a travi incrociate (Blockbau), al cui interno è stato inserito un volume di larice massiccio. La cascina è riproposta nella forma originaria avvolgente e materica, ma con muri di calcestruz­zo ritagliati da aperture minute e sguinciate, con l’eccezione di una grande finestra a ovest che incornicia il panorama del lago di Maloja. ○

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Il nuovo ampliament­o dello chalet è disposto in modo da godere al massimo di vista e soleggiame­nto.
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Gli spazi di uno chalet tradiziona­le sono stati raddoppiat­i con una casa gemella. Un passaggio sospeso vetrato li mette in comunicazi­one anche visiva. Ai due estremi, la cucina e il soggiorno.
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Quattro fronti con il tetto a una falda creano una configuraz­ione a girandola. La hytte (tipico chalet norvegese) può ospitare fino a dieci persone grazie alla presenza di tre camere da letto.
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L'interno della cascina presenta muri di calcestruz­zo (nella foto, il soggiorno) in contrasto con il legno della ex stalla, oggi zona notte (pagina accanto).

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