NOVECENTO
Le vendite all’incanto sono un’occasione per riscoprire insolite diramazioni nell’arte dei
Rarità. sopra: Il grande trovatore bottiglia in alto: Si accendono i riflettori sull’arte italiana del ’900: oltre ai capolavori più riconoscibili di autori d’eccezione, figurano anche le loro opere meno note, ma indispensabili per ricostruirne il percorso intellettuale. Tra le correnti di punta si riscopre l’astrattismo geometrico degli artisti più eclettici del secolo scorso, sovente divisi tra arte, design e grafica. Ne sono un esempio le pitture negative-positive degli anni ’50 di Bruno Munari, strutturate sull’incastro di forme geometriche che formano composizioni equilibrate dai cromatismi vivaci. Il 23 novembre, un interessante esemplare di questa serie viene proposto da Wannenes a Milano (presso Open Care, via Piranesi 10) nell’asta Arte moderna e contemporanea, con una stima di 18.000-22.000 euro. A Torino invece, nell’asta Arti del Novecento, in programma il 7 novembre da Bolaffi, si coglie un interesse per gli oggetti tridimensionali ispirati dalla pittura metafisica del ’900. Emblematico in questo senso (1973), una rara scultura-feticcio in bronzo argentato di Giorgio de Chirico: intrisa di mistero e memore dei manichini che spesso figurano nei suoi quadri, l’opera è stimata 40.000-50.000 euro. Tra gli highlight dell’asta anche la scultura di Gio Ponti
stimata 5.000-8.000 euro: ispirata alle nature morte morandiane, fu prodotta dal ceramista Domenico Minganti negli anni ’50, ed è un raro esemplare della serie delle “bottiglie viventi”, nate dalla collaborazione del maestro ceramista con Ponti. a destra: