L’epica del cemento
Si celebra quest’anno il centenario della nascita un maestro del Brutalismo americano.
Tra le figure più interessanti di quel grande crogiolo di creatività che sono gli Stati Uniti d’America c’è senza alcun dubbio Paul Rudolph di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Suo padre era pastore metodista e officiava a Elkton, nel Kentucky. Qui nacque Paul che crebbe influenzato dal rigore paterno: si iscrisse all’Athens College in Alabama, poi studiò architettura all’Alabama Polytechnic Institute. Quindi, nel 1941, iniziò a frequentare l’Harvard Graduate School of Design. E qui avvenne l’incontro decisivo per il completamento della sua formazione: quello con Walter Gropius. Il maestro del Bauhaus era ormai un’icona dell’architettura mondiale e il giovane Rudolph seppe trarre dal suo insegnamento e dal suo modernismo ben nutrito di cultura europea un personale metodo di progettare il nuovo definendo, con l’andar del tempo, un proprio linguaggio d’impronta brutalista. Dal 1943 al 1945 compie il servizio militare in Marina: un’esperienza che l’accomuna a un altro grande “brutalista”, l’inglese James Stirling, che negli stessi anni serve la Corona britannica nei ranghi della Royal Navy. Conclusa la guerra Rudolph inizia la sua vera attività di progettista. Dal 1947 fino al 1952, a Sarasota, è socio di Ralph Twitchell, progettando edilizia residenziale nella quale si avverte la lezione funzionalista di Gropius. La crisalide diventa farfalla quando, dal 1958 al 1965, si trova a dirigere il dipartimento di architettura dell’Università di Yale entro i cui confini progetta il dormitorio per studenti coniugati (1960) e l’Art 6 Architecture Building (1958-64): i forti elementi architettonici in cemento sono esaltati nella loro plasticità dalla scelta di intersecarli con grandi vetrate. L’edificio si sviluppa su più livelli: al pianoterra è la grande sala per esposizioni, segue l’aula di disegno. Poi ci sono l’auditorium, in parte interrato e sopra la biblioteca. Il tetto-terrazza è al sesto piano: il calcestruzzo è lasciato a vista e la stereometria intervalla setti verticali e i pozzi di luce vetrati. L’opera è considerata il suo capolavoro e un landmark del Brutalismo. Una derivazione di questo edificio è il Christian Science Student Center dell’Università dell’Illinois (1962-66). A Long Island, New York, l’Endo Center (1962-64) sfoggia un’articolata e complessa volumetria, con torri cilindriche che danno forte evidenza alle scale, e una serpeggiante rampa di accesso. Nel Governement Center di Boston (1962-1971), Rudolph affronta anche