Poesia hi-tech sul Tanaro
Accanto alla Cittadella, la ciclopica fortezza del ’700, Alessandria può oggi sfoggiare una nuova gemma architettonica: l’avveniristico progettato da Richard Meier con Dante Oscar Benini.
Quello Presenza iconica. sopra: a caratterizzare il Ponte Meier ad Alessandria è il grande arco inclinato verso la piattaforma pedonale larga oltre 7 metri, pensata dagli architetti Meier e Benini come una piazza sopra il fiume Tanaro. in basso: di notte il ponte s’illumina creando suggestivi riflessi sull’acqua.
Nel 1994 la piena del fiume Tanaro inflisse ad Alessandria danni ingenti (oltre a provocare la morte di 11 persone). Tra le strutture più colpite vi era il Ponte Cittadella inaugurato nel 1891 a collegamento tra la città e l’omonima fortezza settecentesca, una delle più imponenti e meglio conservate d’Europa. Acqua e fango ne avevano intaccato profondamente la struttura tant’è che nel 2009 venne demolito. Qualche anno più tardi il sindaco di allora, Francesca Calvo, decise di affidarne la ricostruzione niente meno che a Richard Meier, uno dei grandi nomi dell’architettura mondiale, il quale volle al suo fianco l’architetto italiano, pure lui famoso, Dante Oscar Benini con i suoi collaboratori Luca Gonzo e Monica Lirosi. La gestazione del cantiere – sostenuto dai successivi sindaci Piercarlo Fabbio e Maria Rita Rossa – è stata lunga e defatigante: Meier l’ha seguita
passo passo con scrupolosa attenzione da New York attraverso i suoi “occhi” italiani. E oggi finalmente il ponte esiste: un mirabile, audace esempio di tipologia ad “arco a spinta eliminata” con via intermedia e struttura in acciaio tinto di bianco. La campata di 176,40 m è composta da tre elementi principali: l’arco (inclinato) e, a esso appese, la piattaforma destinata ai pedoni pavimentata con legno Ipe e pensata come una piazza, e la piattaforma per il transito veicolare: a separarle un vuoto a forma di mandorla. Dice Meier: «Non si trattava solo di creare un collegamento fra una sponda e l’altra, ma di connettere fra loro le due parti della città (...) e di valorizzare l’accesso al grandioso monumento militare. Spero che l’opera favorisca la vita civica della comunità locale». La quale si è subito innamorata dell’opera di cui già parla con manifesto orgoglio.