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Classic & Tattoo

Usa lo scalpello con impareggia­bile maestria, dipinge con competenza: è . Applicati su statue di marmo ispirate a modelli classici, i suoi tatuaggi pittorici aprono la strada a nuove visioni d’arte.

- FABIO VIALE di FIORENZA GALASSI Venere di Milo Pietà

Oltre il modello. 1. Venus (dalla Venere di Milo) vista di fronte: sotto il segno degli scorpioni, sulle sue candide membra va in scena la sfida tra San Giorgio, il drago e il Cavaliere dell’Apocalisse. 2. Veduta di spalle della Venus (dalla Venere di Milo). Sul suo dorso Fabio Viale racconta una tempestosa storia di serpenti cinesi. La prima cosa da dire è che Fabio Viale è scultore sopraffino. Ha iniziato quando aveva sedici anni e non ha più smesso affinando nel tempo un funambolic­o talento. Il suo campo d’azione privilegia­to è la rivisitazi­one del repertorio classico, di cui non è tuttavia un fan, che gli serve solo da supporto per i suoi “racconti di pietra”. Non copia, reinventa per sottili, geniali slittament­i formali e ideativi: lo fa con un mestiere tutto suo, guardando il modello originale e poi, voltatogli le spalle, scolpendo a memoria. Abilissimo con lo scalpello, sembra giocare con il marmo, che è sua materia d’elezione. Lo plasma a piacimento, ne sfrutta la matericità che piega a farsi pelle, abito, palla o pneumatico: veridico. La michelangi­olesca o la

non sono per lui fini a se stesse, Viale le contamina con il colore o la decorazion­e per narrare, in punta di metafora, fatti, situazioni, contraddiz­ioni del presente, per esprimere il suo pensiero su come va il mondo. Questo ci porta alla sua più recente invenzione che abbiamo potuto ammirare anche ad Arte Fiera di

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