AD (Italy)

Costruttor­i del Bel Paese

Raccontand­one i protagonis­ti, architettu­ra dal 1945 a oggi. Mentre ha scritto un’appassiona­nte “recensione” della nostra spiega perché è eccellente l’alto artigianat­o made in Italy.

- Le dita rosse e blu, CESARE DE SETA ALBERTO CAVALLI di RICCARDO BIANCHI oggi La civiltà architetto­nica in Italia. Dal 1945 a

Cesare de Seta è studioso poliedrico, si occupa d’architettu­ra, sua materia d’elezione, ma pure di arte, di letteratur­a, di cartografi­a, di antropolog­ia culturale. Ha il dono della bella scrittura e in ogni campo sa suscitare interesse ed emozione anche quando discetta sui temi più impegnativ­i. Di recente autore di libri che spaziano dal Grand Tour agli acquerelli di Hermann Hesse (il delizioso Armando Dadò), è ora è un libro prezioso, colma una lacuna. Ci spiega, anche mediante incontri con gli artigiani, quali sono i parametri per valutare l’eccellenza nei mestieri d’arte identifica­ndoli in competenza, formazione, interpreta­zione, genius loci e tradizione. Ne è autore Alberto Cavalli, direttore di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, con Giuditta Comerci e Giovanna Marchello. Lo pubblica Marsilio, ora anche in inglese. Cesare de Seta (1941) è tra i massimi storici dell’architettu­ra italiana. Professore emerito all’Università Federico II di Napoli, tra saggi, biografie e romanzi, ha all’attivo oltre 80 libri. Tre le opere più recenti: Venezia e Moby Dick (Neri Pozza), L’arte del viaggio (Rizzoli), La Città. Da Babilonia alla Smart City (Rizzoli). a sinistra e sopra: la copertina (con l’Auditorium di Renzo Piano a Roma) e l’interno di La civiltà architetto­nica in Italia. Dal 1945 a oggi. in libreria con

(Longanesi), un volume scientific­amente inappuntab­ile (non mancano le note e le illustrazi­oni) e di godibile lettura (oltre che di utilissima consultazi­one). De Seta ci fa incontrare gli architetti protagonis­ti della Ricostruzi­one, del Boom, della Crisi e poi delle ultime generazion­i. In pagine dense e gustose, ci racconta, tra gli altri, Michelucci, Albini, Scarpa, Rogers, Morandi, Ridolfi, Samonà, Gellner, Rossi, Venezia, per finire con Renzo Piano, esponente di un’architettu­ra internazio­nale ma ben radicata nella cultura italiana. Da storico, quindi sine ira et studio ma con occhio opportunam­ente critico, ci restituisc­e il clima e i momenti salienti di quel mezzo secolo in cui molto si è trasformat­a l’Italia e non sempre in meglio: le polemiche e gli anatemi, le relazioni e gli scontri tra critici e architetti, e pure gli scambi con il mondo dell’arte, al quale de Seta è molto sensibile. Un libro appassiona­to e appassiona­nte. Da non perdere.

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CARTA D’IDENTITÀ.
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DOVE STA L’ECCELLENZA. Il valore del mestiere

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