Costruttori del Bel Paese
Raccontandone i protagonisti, architettura dal 1945 a oggi. Mentre ha scritto un’appassionante “recensione” della nostra spiega perché è eccellente l’alto artigianato made in Italy.
Cesare de Seta è studioso poliedrico, si occupa d’architettura, sua materia d’elezione, ma pure di arte, di letteratura, di cartografia, di antropologia culturale. Ha il dono della bella scrittura e in ogni campo sa suscitare interesse ed emozione anche quando discetta sui temi più impegnativi. Di recente autore di libri che spaziano dal Grand Tour agli acquerelli di Hermann Hesse (il delizioso Armando Dadò), è ora è un libro prezioso, colma una lacuna. Ci spiega, anche mediante incontri con gli artigiani, quali sono i parametri per valutare l’eccellenza nei mestieri d’arte identificandoli in competenza, formazione, interpretazione, genius loci e tradizione. Ne è autore Alberto Cavalli, direttore di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, con Giuditta Comerci e Giovanna Marchello. Lo pubblica Marsilio, ora anche in inglese. Cesare de Seta (1941) è tra i massimi storici dell’architettura italiana. Professore emerito all’Università Federico II di Napoli, tra saggi, biografie e romanzi, ha all’attivo oltre 80 libri. Tre le opere più recenti: Venezia e Moby Dick (Neri Pozza), L’arte del viaggio (Rizzoli), La Città. Da Babilonia alla Smart City (Rizzoli). a sinistra e sopra: la copertina (con l’Auditorium di Renzo Piano a Roma) e l’interno di La civiltà architettonica in Italia. Dal 1945 a oggi. in libreria con
(Longanesi), un volume scientificamente inappuntabile (non mancano le note e le illustrazioni) e di godibile lettura (oltre che di utilissima consultazione). De Seta ci fa incontrare gli architetti protagonisti della Ricostruzione, del Boom, della Crisi e poi delle ultime generazioni. In pagine dense e gustose, ci racconta, tra gli altri, Michelucci, Albini, Scarpa, Rogers, Morandi, Ridolfi, Samonà, Gellner, Rossi, Venezia, per finire con Renzo Piano, esponente di un’architettura internazionale ma ben radicata nella cultura italiana. Da storico, quindi sine ira et studio ma con occhio opportunamente critico, ci restituisce il clima e i momenti salienti di quel mezzo secolo in cui molto si è trasformata l’Italia e non sempre in meglio: le polemiche e gli anatemi, le relazioni e gli scontri tra critici e architetti, e pure gli scambi con il mondo dell’arte, al quale de Seta è molto sensibile. Un libro appassionato e appassionante. Da non perdere.