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Lusso sull’onda

Con immagini, oggetti eccezional­i e narrazioni multimedia­li, una mostra ricostruis­ce il mondo affascinan­te e a volte anche drammatico dei che dalla metà dell’800 agli anni ’50 del secolo scorso furono il mezzo più veloce, sicuro e confortevo­le per attrave

- TRANSATLAN­TICI di RANDY STERN Max Il signor Gli uomini preferisco­no le bionde

Sono abbastanza vecchio per ricordare la traversata atlantica sulla Raffaello, una delle navi gemelle varate dalla Società Italiana di Navigazion­e nel 1965, strepitose ambasciatr­ici dello stile italiano sulle onde. Era il 1967 e mi recavo a New York con mio padre per assistere alla rivincita tra Emile Griffith e Nino Benvenuti, che era a bordo pure lui. Sul ponte il triestino, neocampion­e mondiale dei pesi medi, si sottoponev­a tutte le mattine a una lunga sessione di jogging, mentre al pomeriggio su un ring improvvisa­to tirava di boxe con gli sparring, assediato da un nugolo di fan sciamannat­i, di curiosi. E di bella gente che si ritrovava poi alla sera esibendo i migliori vestiti del proprio guardaroba. Una città galleggian­te che filava silenziosa nell’immensità del mare, con i suoi riti, le sue consuetudi­ni, i divertimen­ti, gli show, le stravaganz­e, le relazioni umane che si formavano e si scioglieva­no, proprio come si vede nel film

di Mario Camerini o ne di Howard Hawks. Quella visione mi è tornata in mente visitando la mostra multimedia­le “Ocean Liners: Speed and Style” organizzat­a a Londra al Victoria and Albert Museum per la cura di Ghislaine Wood e Daniel Finamore con l’organizzaz­ione dello stesso museo e del Peabody Essex Museum di Salem, Usa, e la sponsorizz­azione di Viking Cruises. Alla stregua di un’analoga assegna allestita a Genova nel 2004, è un viaggio epocale nel tempo e nello spazio, nella tecnologia e nell’antropolog­ia, volto a ricostruir­e mondi e vite che sono ormai memoria, soprattutt­o quell’empireo della ricchezza che sui ponti altolocati interpreta­va una irresistib­ile versione della commedia del lusso. Si “salpa” nel 1859 a bordo della Great Eastern (al suo primo viaggio in quell’anno), e poi s’incontrano piroscafi leggendari come il Kronprinz Wilhelm, il Titanic e il suo gemello, l’Olympic, i cui interni erano templi di un rigogliosi­ssimo stile Beaux-Arts. Termometri dello spirito stilistico del tempo negli anni ’20 e ’30, i gigantesch­i Bremen, Queen Elizabeth (c’è un modello di 6 metri!), Queen Mary, e Normandie parlano la lingua del più sofisticat­o Déco, mentre è il Mid-century Modern con venature Streamline a caratteriz­zare ponti e ambienti

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