OGNI RITRATTO RACCONTA UNA STORIA. DOVE FINISCE LA FISIONOMIA INIZIA TUTTO UN MONDO DI ALLEGORIE E DI SIGNIFICATI SIMBOLICI.
giocata sul dialogo tra antico e contemporaneo, con opere provenienti dalle collezioni dei due grandi musei romani. Nelle undici nuove sale di Palazzo Barberini, su oltre 700 metri quadrati, si allineano capolavori di ieri e di oggi, in un percorso organizzato per temi. Un dialogo che continua anche al MAXXI, dove
La velata, una scultura settecentesca di Antonio Corradini, fronteggia l’immagine di VB74, una performance che Vanessa Beecroft realizzò proprio al MAXXI nel 2014. Il concept è molto forte. Nel XXI secolo parlare di ritratto significa fare una riflessione sull’identità. «Questa bulimia di rappresentazioni del sé è un tema centrale per la contemporaneità», spiega Flaminia Gennari Santori. «Nella mostra abbiamo riflettuto su questo aspetto, ragionando sia sulla rappresentazione del sé e dell’altro, ma anche, e soprattutto, mettendo a confronto le opere di oggi con quelle del Rinascimento e del periodo barocco». Da questo dialogo emergono anche molti punti di contatto. «Nei ritratti rinascimentali c’erano componenti simboliche, allegoriche, politiche e personali, e lo stesso accade nelle opere dei maestri del nostro tempo, che comprendono una gran quantità di livelli di lettura», continua Gennari Santori. Talvolta, poi, cambiano le modalità di raffigurazione. In mostra ci sono anche autoritratti in cui non si vede una persona. Come spiega Bartolomeo Pietromarchi, «saranno esposte alcune opere di Maria Lai, un’artista sarda che non si rappresentava mai figurativamente, ma attraverso diari scritti con linee cucite, che sono una sorta di autoritratti». È una delle tante curiosità di questa mostra, che racconta in diretta l’evoluzione del ritratto con opere mai viste. «Ci sono anche tre opere commissionate appositamente per l’occasione a Monica Bonvicini, Giulio Paolini e Yinka Shonibare», spiega Pietromarchi. Il futuro del ritratto è già qui.
Volti nel tempo.
1. Ritratto di Enrico VIII di Hans Holbein, 1540. 2. Nudo femminile di schiena di Pierre Subleyras, 1740 circa. 3. Le Ore di Luigi Ontani, 1975. 4. Mao di Yan Pei-Ming, 2005.