Protagoniste degli spazi sono le 700 opere d’arte della collezione del conte.
Arte culinaria. a sinistra: la cucina realizzata su progetto dell’architetto Guido Gardoncini; alla parete un quadro di Severino Del Bono. sopra: in sala da pranzo, l’opera Maternità di Mirko Bedussi e, a destra, un quadro di Luca Pignatelli. pagina seguente: in cucina troneggia una grande affettatrice Ironweed; a destra, un distributore alimentare vintage trovato in Venezuela. Alle pareti, Fregio in pvc di Claudio Marconi e, a sinistra, la scultura Double Conserve Expansion di Cesar.
Casa museo. sopra, a sinistra: il conte Marchina seduto all’esterno del Museo Go! Ronco Arte, sulla panchina realizzata da Arte del ferro
Il Minotauro Il contadino sopra, a destra: di Cristian Arici; alle sue spalle l’affresco di Mirko Bedussi e, di fronte, la scultura di Johan Friso. uno scorcio della stanza da letto (la “camera dei peccati”) con una tela di Carmelo Bongiorno e lampada Flos. sotto: nella sala da bagno padronale la scultura Il pensatore di Mirko Bedussi e, riflesso nello specchio, un Nudo di William Fantini. pagina seguente: in corridoio, la scultura Massaia di Giuseppe Bergomi, e sul fondo l’opera Red Spray di Mario Consiglio. convento risalente al XIII secolo. Dopo averla acquistata all’asta, Marchina vi è andato ad abitare nel 2003. «Sono nato proprio qui, nel cortile di fronte, in un rustico dove all’epoca vivevano 72 persone con un unico bagno. Da giovani noi ragazzotti venivamo sempre a giocare nel cortile», ricorda. «Abitare qui è un ritorno alle origini: amo tutto di questo posto. Tra noi “nativi” ci vediamo al bar, parliamo dialetto, scherziamo e discutiamo. Si vive come una volta». La ristrutturazione di casa Marchina ha mantenuto intatto il fascino della cascina, dotandola però di tecnologie sostenibili, a basso impatto ambientale, come impianti solari e geotermici che la rendono completamente autonoma dal punto di vista energetico: «L’ho voluta così pensando al futuro: magari un giorno il proprietario non sarò più io, ma questo posto potrà continuare a vivere». Gli interni sono opera della moglie Giuseppina Bonfadelli e mescolano arredi di design e pezzi d’epoca. Protagoniste degli spazi sono le 700 opere d’arte della collezione privata del conte: ogni stanza è affollata di quadri, sculture e oggetti, che vengono scelti e spostati dal collezionista seguendo il suo personale estro. «Se esponi delle cose così strane finisce che ne parlano tutti: il bello dell’arte, piaccia o non piaccia, è poterne discutere». Tra i pezzi più imponenti, due sculture antropomorfe realizzate dall’amico scultore Mirko Bedussi. «Ogni opera rappresenta un ricordo, un momento particolare, un’amicizia», spiega. Due le stanze in cui ama trascorrere il tempo: il grande studio dal soffitto spiovente e anche un’altra, «chiusa a chiave, in cui entro soltanto io. La mia stanza riflessiva». Nel 2010 Marchina ha ampliato la cascina, trasformandone una parte nel museo Go! Ronco Arte, con le opere donate da collezionisti e sostenitori del progetto. Il museo è gestito direttamente da lui: «Per entrare basta suonare il campanello, sono io il Cicerone». Fuori, poi, è scritto chiaramente: “Orari: in base all’umore del gallerista”».