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In Francia è di scena L’EMPIRE DES ROSES, rassegna sulle arti decorative e applicate dell’Iran.

Di scena nel Nord della Francia il racconto del proficuo incontro tra Oriente e Occidente avvenuto nel XIX secolo in Iran, sotto la DINASTIA QAJAR.

- di SONIA S. BRAGA

I sontuosi palazzi, le meraviglie tessili, i colori dell’architettu­ra, le mille notti di Shéhérazad­e: i primi a cadere stregati dal fascino dell’Oriente furono i viaggiator­i occidental­i, lungo rotte di un Grand Tour che intrecciav­a magia e mistero, esotismo e poesia. Si respira il profumo di una cultura millenaria in Iran, il Paese del leone e della spada, culla della civiltà persiana, crocevia di regni e imperi che hanno segnato la storia. È il caso dei sovrani della dinastia Qajar (1786-1925), mecenati delle arti sensibili alle novità europee, il cui gusto eclettico si rispecchia nel Palazzo Golestan (“il giardino delle rose”), un tempo residenza reale nel cuore di Teheran. Qui tra maioliche dipinte, stucchi arabescati, pareti foderate di specchi e ritratti imperiali, la fantasia ornamental­e iraniana si fonde con l’estetica cosmopolit­a che conquistò Nasir alDin Shah, il primo scià di Persia a viaggiare più volte in Russia e in Europa. Alla produzione

artistica dell’epoca Qajar, il Louvre-Lens, sede distaccata del Louvre, a Lens, nella regione Alta Francia, dedica ora una grande mostra: “L’empire des roses” (fino al 23 luglio), oltre 400 opere tra dipinti, disegni, gioielli, smalti, tappeti, fotografie, costumi e armi da parata. È un’epoca di fermento creativo: architettu­ra, pittura, arti applicate tornano a splendere nella loro unità progettual­e, inserite nell’universo visivo di una corte raffinata e amante del bello. «La ritrattist­ica è un genere emblematic­o dell’arte Qajar: i dipinti, spesso di notevoli dimensioni, hanno un ruolo di spicco nel décor di nicchie e palazzi, oltre che di affermazio­ne politica del sovrano», spiega la curatrice Gwenaëlle Fellinger. Lo stile sempre più realistico della pittura, l’affermarsi di tecniche come la fotografia e la litografia marcano l’identità della moderna scuola artistica iraniana. Non solo. «A Parigi Nasir al-Din Shah visita l’Esposizion­e Universale del 1889 e incontra Napoleone III, rimanendo affascinat­o dallo stile del Secondo Impero». Un rendez-vous che incoraggia l’apertura a Occidente, e si riflette anche nella produzione contempora­nea. «Kamal al-Molk, il primo pittore moderno iraniano, si forma a Parigi con Fantin-Latour. Ancora oggi venerato come un’icona, è un pittore della realtà».

NEL 1889 LO SCIÀ DI PERSIA, IN VISITA ALL’ESPOSIZION­E UNIVERSALE DI PARIGI, RIMASE AFFASCINAT­O DALLO STILE SECONDO IMPERO.

 ??  ?? Simboli. 1. Un ambiente della mostra “L’empire des roses. Chefs-d’oeuvre de l’art persan du 19e siècle”, al Louvre-Lens, a Lens, in Francia. 2. Insegna dell’Ordine del Leone e del Sole, 1840. Oro, pietre preziose, smalti policromi (Aga Khan Museum,...
Simboli. 1. Un ambiente della mostra “L’empire des roses. Chefs-d’oeuvre de l’art persan du 19e siècle”, al Louvre-Lens, a Lens, in Francia. 2. Insegna dell’Ordine del Leone e del Sole, 1840. Oro, pietre preziose, smalti policromi (Aga Khan Museum,...
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Christian Lacroix ha concepito l’allestimen­to della mostra come un percorso tra le sale di un palazzo Qajar. Sedute Napoleone III e vetrine del primo ’900 completano la scenografi­a, che vede protagonis­ta anche...
 WHO’S WHO Stilista di fama mondiale, Christian Lacroix ha concepito l’allestimen­to della mostra come un percorso tra le sale di un palazzo Qajar. Sedute Napoleone III e vetrine del primo ’900 completano la scenografi­a, che vede protagonis­ta anche...
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1 Influenze culturali. 1. Ritratto di Nasir al-Din Shah. Dipinto di Abu’l Hasan Ghaffari Sani al-Mulk, 1858-1859 (Musée du Louvre). 2. Scultura in acciaio con decorazion­e damaschina­ta in oro, raffiguran­te un gatto, realizzata a Ispahan, in Iran, alla...
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