ha ideato 20 DUCCIO MARIA GAMBI oggetti per supportare il Museo di Doccia.
Per aiutare il , tesoro chiuso da anni, la manifestazione “Artigianato e Palazzo” ha avviato una raccolta fondi speciale. Che parte da una bellissima idea.
A Doccia, a pochi chilometri da Firenze, c’è un museo dimenticato. È quello dedicato alla storia della Manifattura Ginori che qui era nata nel 1735. Purtroppo nel maggio 2014 il museo è stato chiuso a causa del fallimento della proprietaria della Richard Ginori, che ne deteneva il 100%. Il marchio e il ramo produttivo dell’azienda sono stati acquistati nel 2013 dal gruppo Kering, ma non il museo. Nel marzo dello scorso anno, però, arriva una notizia importante: la struttura e l’archivio vengono acquistati dallo Stato. E oggi la manifestazione “Artigianato e Palazzo”, organizzata da Giorgiana Corsini e da Neri Torrigiani per la valorizzazione delle eccellenze artigiane, organizza una raccolta di fondi per la riapertura di questo luogo unico. A questa campagna partecipa anche Duccio Maria Gambi, designer i cui oggetti nascono da un approccio al progetto che si avvicina alla scultura. Per Doccia, Gambi ha realizzato venti oggetti unici dove il cemento, suo materiale elettivo, si fonde con la porcellana. E i proventi della loro vendita verranno devoluti all’Associazione Amici di Doccia per la buona, anzi ottima, causa del museo. «Pensavo da tempo a lavori in cui mettere in dialogo cemento e porcellana. Per questo progetto sono partito dall’idea di recupero. Ho voluto ricreare in piccolo la dinamica museale, creando dei pezzi unici partendo da oggetti degli archivi della fabbrica. Immergendoli nel cemento e facendo emergere solo delle parti ho cercato di far risaltare dettagli che in genere non si considerano – un pomello, un manico, un beccuccio – ma che secondo me sono elementi scultorei interessanti. Isolandoli dal contesto dell’oggetto ho dato loro spazio per agire. Il cemento è anche una citazione dell’architettura del Museo di Doccia». In questi oggetti-scultura, poi, il materiale acquista colori pastello ispirati a quelli delle porcellane. Un percorso creativo articolato in fasi, in particolare in quei pezzi dove la parte in cemento è frutto di più operazioni di colatura. Gli oggetti di partenza sono stati selezionati in modo istintivo. «Ho scelto pezzi storici, perché la porcellana è spesso associata a un’idea di tradizione, ma anche altri più moderni», prosegue Gambi. «La visita agli stabilimenti, poi, mi ha dato nuove idee. Mi hanno colpito gli stampi in cui viene colato il barbottino, forme squadrate che al loro interno sono invece estremamente ricche di dettagli: un contrasto interessante». I venti oggetti realizzati da Gambi saranno esposti a Firenze, al giardino Corsini, durante la prossima edizione di “Artigianato e Palazzo” (17-20 maggio).
sotto: Contrasti. in questi schizzi di Duccio Maria Gambi, studi sull’inserimento di piatti in porcellana all’interno di strutture di cemento colorato in massa. Le sfumature sono state scelte partendo dai decori originali degli oggetti.