INTESE DI GUSTO
L’Hotel Alábriga, sulla COSTA BRAVA, reinterpreta con gusto i codici dello stile mediterraneo, sublimandoli con spirito glamour, in un tripudio di tessuti preziosi e di arredi custom made.
Spirito mediterraneo reinterpretato all’Hotel Alábriga a Girona, in COSTA BRAVA.
Si dice stile mediterraneo, e subito si pensa a soluzioni che ricalcano in maggiore o minor misura tipologie entrate da tempo immemore nell’immaginario, con ambienti e arredi che rileggono il vernacolo locale in maniera più o meno originale. Ma se si vuol provare qualcosa di insolito, magari tentando la strada del lusso, reinterpretando gli stilemi locali muovendosi sopra le righe, allora la sfida si fa decisamente più comples-
sa. E quando il gioco riesce, nascono progetti come quello dell’Hotel Alábriga, un esclusivo cinque stelle lusso a Girona, in Catalogna. Qui, in un accurato distillato del genius loci, i colori della terra e del mare, i materiali raffinati, le opere d’arte contemporanea dalla forte personalità compongono una scenografia molto esuberante che racconta prima di tutto un’atmosfera, il mood più autentico della Costa Brava. Negli ambienti, che comprendono ben 29 suite (la più piccola misura 84 metri quadrati, la più grande 148), ora sono accostati marmi neri screziati e morbidi velluti dai toni accesi, ora, invece, l’ideale dialogo vede protagonisti le sedute in pelle e i tavoli dalle gambe rivestite in oro. E comunque, in virtù di riusciti contrasti o di segrete affinità, prende corpo un’architettura intrigante, che riesce continuamente a stupire, a creare un effetto di sorpresa. Un racconto di stile che inizia già all’esterno: la struttura degli anni ’70, successivamente rimaneggiata, rappresenta l’evoluzione delle classiche architetture ospitali della Costa Brava. I volumi sagomati dalla fisionomia scultorea introducono immediatamente al carattere degli ambienti, realizzati grazie a una riuscita sinergia tra l’architetto spagnolo Rita Rius, titolare di Arena BCN, progettista di fiducia della proprietà, e Studio Rubelli. Come spiega Marco Attisani, direttore commerciale Italia Gruppo Rubelli, cui si deve anche la creazione di Studio Rubelli, «inizialmente ci è stato chiesto di collaborare alla selezione dei tessuti. Rita Rius ha condiviso con noi alcune linee guida. E poi, una volta stabilita un’intesa, abbiamo sviluppato
ulteriormente questa forma di collaborazione. È una prassi che si sta consolidando sempre di più negli interventi seguiti da Studio Rubelli, nato in un momento in cui per il Gruppo Rubelli cresceva l’importanza di un interlocutore quale l’interior decorator, in affiancamento al retailer. Nello Studio Rubelli l’interior decorator trova un interlocutore interno che parla il suo linguaggio e può interpretare al meglio le sue esigenze di personalizzazione, soprattutto per quanto riguarda gli arredi». In effetti, Studio Rubelli tende sempre più a proporre al progettista un supporto ad ampio raggio, offrendo consulenze sia per i tessuti, sia per i mobili, ma dando la possibilità di andare anche oltre, con consigli e suggestioni su ogni singolo aspetto del progetto, arrivando anche a proporre progetti chiavi in mano. «Nel caso dell’Hotel Alábriga, una volta creata un’intesa di stile con l’architetto, Studio Rubelli ha affiancato la progettista nelle scelte relative all’interior design, dalle lampade fino ai tappeti». Le scelte, naturalmente, si sono orientate soprattutto su un gusto legato a Rubelli e Donghia. Come spiega Ana Bouza, l’architetto di Studio Rubelli che ha seguito questo progetto, «i proprietari, che sono russi, erano molto legati a un’idea di lusso esclusivo: il mood dell’hotel doveva essere una fusione tra il gusto russo e quello italiano, naturalmente rispettando lo spirito mediterraneo. Come base è stata scelta una palette neutra, giocata sui blu, sul turchese e sulle terre, i colori della Costa Brava». D’altronde, come nota Attisani, «in ogni progetto si tratta di adattare la filosofia di Rubelli alla cultura del luogo». Grande attenzione è stata riservata anche ai materiali. «Le pareti di tutti gli ambienti sono rivestite con tappezzerie», nota Ana Bouza. «La carta da parati è stata usata solo nella sauna, mentre le pareti degli uffici sono in pelle. I pavimenti sono ricoperti con lastre di un raro marmo africano, selezionato da Rita Rius, sempre alla ricerca di materiali esclusivi, e scelto in loco, mentre i tavoli delle suite nella penthouse sono rifiniti in oro a 24 carati, con piano in onice o in marmo». Le camere rispondono a un gusto sobrio ed elegante che coniuga il lusso e una rilettura inedita del genius loci, mentre nelle aree per esposizioni d’arte e nella smoking room sono state riservate soluzioni più particolari, ancora più glamour. «Lì, come nelle suite, abbiamo usato anche cuscini e tappeti in seta pura», spiega Ana Bouza. «Tra l’altro, l’hotel dispone anche di un elicottero, i cui rivestimenti interni sono realizzati con gli stessi tessuti presenti nell’albergo». Filo conduttore tra i vari ambienti sono comunque i prodotti personalizzati. «Nell’albergo il 50% dei mobili è da catalogo, tra Donghia e Rubelli, e il resto è totalmente customizzato», nota Attisani. «E in virtù di questa unicità quegli arredi si identificano come prodotti da collezione».