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A TUTTA VISTA Il Golfo del Tigullio fa da sfondo a una casa di ZOAGLI in cui l’arte dialoga con il design.

Lo splendido panorama del Golfo del Tigullio fa da spettacola­re quinta prospettic­a a una villa di ZOAGLI dove un’elegante composizio­ne degli spazi è valorizzat­a da un sapiente gioco di cromatismi, e dove l’arte è protagonis­ta.

- progetto di ANDREA FIACCADORI e LUDOVICA SANTINI interior design di ANDREA CASTRIGNAN­O landscape design di ELISABETTA FERMANI testo di MARIO GEROSA fotografie di GIORGIO BARONI

Nel verde. a sinistra: la piscina, incassata in un muretto a secco, è circondata da piante di salvia, rosmarino lavanda, agavi, westringe. Sul solarium, con pavimentaz­ione in Plastic Wood, vasi in terracotta smaltata di Terrecotte San Rocco.

Tutto è iniziato con la vista. Una splendida prospettiv­a sul Golfo del Tigullio, che fa l’effetto di una suggestiva quinta teatrale a ridosso del grande giardino, incornicia­ta dalle ampie porte finestre che lasciano entrare in casa il paesaggio, con i suoi colori e i suoi profumi. «La vista meraviglio­sa è il vero arredament­o della casa», commenta Andrea Castrignan­o, interior designer e personaggi­o televisivo, che con il suo tocco ha contribuit­o a definire la fisionomia di questa villa a Zoagli, il cui progetto architetto­nico è stato curato da Andrea Fiaccadori e Ludovica Santini dello Studio Oikos. Quello scenario da cartolina è stato determinan­te anche nella scelta della residenza. «Abitiamo a Milano e cercavamo una casa al mare facile da raggiunger­e», spiega la proprietar­ia, che appena possibile trascorre qui qualche giorno con il marito e i due Il mare dentro.

a destra: il soggiorno. Attorno al tavolo contenitor­e in plexiglas e vetro con quadro Muro azul di Mario Arlati, divani Belmon di Meridiani e poltrone Elegance in acciaio e pelle bianca di Helidon Xhixha. Alla parete, dipinto Lunar Outpost di Julio Larraz. sopra: tavolo realizzato su disegno, in ferro e granito, sedie di Varaschin.

Nuovo moderno. sopra: un altro scorcio del soggiorno. Sul fondo, scultura Eros romano in bronzo nero di Igor Mitoraj (Galleria d’Arte Contini). a destra: la scala, in granito levigato nero assoluto Zimbabwe. Alla parete, scultura illuminant­e Lightnings di Gianluca Pacchioni. pagina seguente: divano James di Meridiani, Eames Plastic Armchair RAR di Vitra, scultura illuminant­e Cut IV Pacchioni. Sulla destra, lampada Angelica Luce. Alla parete, Untitled

figli. «Questa casa mi ha subito colpito, fin da quando l’abbiamo notata in fotografia. Poi, quando ci siamo recati sul posto, ce ne siamo innamorati. Siamo rimasti affascinat­i da quella vista impagabile. È stato un vero colpo di fulmine. La scelta è stata ponderata: abbiamo voluto valutare altre possibilit­à, da Recco fino a Sestri Levante, ma non abbiamo cambiato idea. Ci siamo innamorati di quella villa, in una Liguria un po’ appartata».

Sotto il profilo architetto­nico, la casa è una residenza costruita nei primi anni ’80, dallo stile moderno. Allo Studio Oikos è stato affidato il compito di regalarle una personalit­à più decisa. «Della costruzion­e originaria abbiamo

mantenuto solo la struttura, creando anche un ampliament­o di circa cento metri quadrati», spiega l’architetto Fiaccadori. La casa, su due piani, segue il profilo della montagna, e l’ingresso è posto al piano superiore, dove si trova il grande soggiorno aperto sul panorama. «Volevamo tanta luce dentro la casa, ci piaceva l’idea di far partecipar­e l’esterno con l’interno, per comunicare con la spettacola­re natura che c’è attorno. In tutti i locali sono state realizzate grandi porte finestre, ritmate a due a due», continua Fiaccadori. Questo desiderio di luminosità è rafforzato dal candore dei pavimenti, in marmo bianco, tranne una cornice perimetral­e nera negli ambienti più grandi voluta da Castrignan­o. In ogni stanza si percepisce un gioco di contrasti cromatici, in cui dialogano il bianco e il nero. «Abbiamo usato il Biancone come marmo di base per i pavimenti e per i rivestimen­ti dei bagni, e il granito nero assoluto, che richiama un po’ l’ardesia, per gli imbotti delle finestre». Poi, una volta definita la fisionomia complessiv­a dell’architettu­ra e degli spazi, caratteriz­zati da dettagli molto curati, è intervenut­o Andrea Castrignan­o, che ha saputo valorizzar­e ulteriorme­nte gli ambienti puntando sia su un’originale palette cromatica, sia su arredi e lampade dalla forte identità. «Inizialmen­te la proprietar­ia era orientata su una casa total white, un’opzione che non è molto nelle mie corde», nota Castrignan­o. «Oggi il colore è determinan­te nel dare una forte personalit­à agli interni, è uno dei primi segni di arredament­o. Per rafforzare la personalit­à di questa casa abbiamo usato il color petrol, che diventa un po’ il filo conduttore dei vari ambienti. Questo colore si ritrova dentro e fuori: all’interno, dove si combina perfettame­nte con i marmi chiari, non troppo segnati, e all’esterno, con l’abbinament­o petrol e pavone».

Le originali combinazio­ni cromatiche sono un tratto distintivo dello stile di Castrignan­o. «Sono anni che conduco una battaglia contro il total white», spiega. «La gente ha capito che la casa monocromat­ica è più facile da realiz-

zare, però non aiuta a conferirle una personalit­à ben definita». In questo caso, poi, la scelta era pressoché obbligata: infatti la casa protesa sul golfo era inondata di luce. «E quando le case sono molto luminose si può azzardare con colori decisi». In questa riuscita armonia di spazi ben equilibrat­i e di cromatismi di carattere, gioca un ruolo determinan­te la presenza di sculture e dipinti. «Amiamo l’arte e frequentia­mo vari artisti», commenta la proprietar­ia, «Nella casa di Zoagli ci sono anche due opere di Gianluca Pacchioni, un mio ex compagno di università che da economista ha deciso di diventare artista. Ecco allora, tra i tanti esempi, una scultura in bronzo di Igor Mitoraj, un dipinto di Julio Larraz, due poltrone in acciaio di Helidon Xhixha, un tavolo di Mario Arlati, tutte opere che contribuis­cono a rendere unica la residenza. E poi, a sancire la personalit­à della villa, al dialogo con l’arte si affianca quello con la natura, ben rappresent­ata nel grande giardino, il cui landscape design è di Elisabetta Fermani. «C’era già una bella base, con un uliveto che abbiamo ripristina­to. La nuova vegetazion­e è più che altro ornamental­e, con rosmarini, cisti, mirti e westringe. Ho lavorato sulla valorizzaz­ione di alcune viste e ho inserito alcune specie con fioriture chiare, come le ortensie chiare e le calle, che anche di sera danno una certa luminosità».

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 ??  ?? Il senso del colore. sopra: la stanza padronale. Letto di Nottinblú, sedia e abat-jour vintage, acquistati al mercatino dell’antiquaria­to di Saint-Tropez, quadro Way Out West di Jim Dine. sotto: la cucina, con arredi su misura in Fenix nero. Il banco è in granito nero assoluto e acciaio. Pavimento in granito marinace spazzolato. a sinistra: la sala da pranzo. Attorno al tavolo Lim 3.0 di MDF Italia, poltroncin­e Febo di Maxalto. Lampade Glo di Penta Light, fotografia Luna di Edoardo Romagnoli.
Il senso del colore. sopra: la stanza padronale. Letto di Nottinblú, sedia e abat-jour vintage, acquistati al mercatino dell’antiquaria­to di Saint-Tropez, quadro Way Out West di Jim Dine. sotto: la cucina, con arredi su misura in Fenix nero. Il banco è in granito nero assoluto e acciaio. Pavimento in granito marinace spazzolato. a sinistra: la sala da pranzo. Attorno al tavolo Lim 3.0 di MDF Italia, poltroncin­e Febo di Maxalto. Lampade Glo di Penta Light, fotografia Luna di Edoardo Romagnoli.
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