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SIGNORA DEL ’900

AL MART DI TRENTO LA GRANDE MOSTRA “MARGHERITA SARFATTI. IL NOVECENTO ITALIANO NEL MONDO” RACCONTA LA VITA DI QUESTA DONNA UNICA ATTRAVERSO LE OPERE DEGLI ARTISTI CHE LEI SOSTENNE.

- di ROBERTO M. BENETTI

Ora si può scriverlo. Ci fu, durante il fascismo, una cultura e fu solida e vivace, nelle arti soprattutt­o. Ne fu pungolo una donna: Margherita Sarfatti (18801961). Personaggi­o contraddit­torio e affascinan­te. Fu socialista e poi fascista, amica di intellettu­ali e artisti, giornalist­a (per Avanti! e Il Popolo d’Italia), scrittrice e critica d’arte, per anni amante e musa di Mussolini del quale scrisse una biografia, Dux, pubblicata in 17 lingue, e dal quale si distaccò orripilata dalle mire imperialis­te e dalla promulgazi­one delle leggi razziali, lei ebrea convertita al cattolices­imo. A questa donna straordina­ria il Mart di Rovereto dedica, fino al 24 febbraio, una mostra che ne ricostruis­ce vita e ruolo culturale attraverso i documenti del Fondo Sarfatti e ben 100 opere degli artisti che le furono cari tra cui Boccioni, Carrà, Casorati, de Chirico, Morandi, Campigli, Severini, Sironi. Il tracciato espositivo è scandito in sei capitoli tematici e mette a fuoco, in particolar­e, la turbolenta gioventù di lotta politica, gli anni ’20 in cui si assistette, nelle arti, al “ritorno all’ordine” e al recupero della tradizione, che Sarfatti definì “moderna classicità”, e la nascita e gli sviluppi del movimento ’900, di cui la nostra fu ideatrice e levatrice con un ambizioso programma di espansione culturale in Francia, Germania, Olanda, Ungheria, Svizzera, Scandinavi­a, Argentina e Uruguay. Ma si parla anche delle altre tappe della sua vita compresi l’“esilio” in Sud America e il ritorno in Italia durante il quale fece i conti con il passato. □

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