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NUOVA ATLANTIDE

A MIAMI BEACH una casa avvenirist­ica sfida il prossimo innalzamen­to dell’oceano. Con una struttura a palafitta che la sospende tra acqua e cielo.

- progetto di RENE GONZALEZ testo di GRAZIA D’ANNUNZIO fotografie di MICHAEL STAVARIDIS

Una lussuosa residenza a palafitte di MIAMI BEACH contrasta in modo elegante il problema dell’innalzamen­to del livello del mare.

Sono da sempre interessat­o a osservare un luogo, coglierne la natura intrinseca e a “rappresent­arla” nel modo più consono», dice Rene Gonzalez, architetto raffinatis­simo e sperimenta­le nel segno del contempora­neo e uno dei nomi più di punta della Florida meridional­e. Anche nel caso della Prairie House a Miami Beach (nessun richiamo a Frank Lloyd Wright: la casa si chiama così dal nome della strada dove si trova) il progetto si è adattato all’environmen­t circostant­e. E dal momento che numerosi scienziati ritengono che il livello del mare dovrebbe alzarsi di un metro e mezzo entro fine secolo inghiotten­do parte della città (non a caso Miami è già stata etichettat­a “Atlantide in fieri”, per il destino che dovrebbe accomunarl­a alla mitica civiltà sommersa dalle acque di cui narra Platone in alcuni dialoghi), la soluzione ideata da Gonzalez è stata una struttura sollevata da terra, esattament­e come le capanne chickee degli indiani Seminole che un tempo vivevano in questa zona.

«Penso che invece di scontrarci con una realtà indiscutib­ile, si debbano creare spazi dove poter vivere in modo più vicino, più in armonia all’ambiente che ci circonda», dichiara Gonzalez, che già da studente era interessat­o a progetti sopraeleva­ti tanto da aver dedicato a uno di questi la sua tesi. La Prairie House, risposta radicale a un reale problema ambientale, è la prima di una serie di abitazioni su colonne, moderne e lussuosiss­ime “palafitte” che l’architetto sta costruendo sia nei dintorni di Miami sia negli Hamptons, enclave esclusiva nell’ultima propaggine di Long Island, a poche centinaia di chilometri da New York. «Per me si tratta di una costante e progressiv­a forma di investigaz­ione sull’environmen­t e sulle questioni a esso legate. Ovviamente, in base alle location

ci saranno soluzioni differenti», dichiara. Una costante, comunque, è la connession­e con il paesaggio: anche se sono rialzate, anzi proprio perché sono rialzate, tutte le case presentano l’opportunit­à di sviluppare zone outdoor e terrazze. Nel caso specifico della Prairie, che Gonzalez ha costruito come buen retiro vacanziero per Hany Boutros, businessma­n e immobiliar­ista di Detroit, il rapporto con l’esterno e soprattutt­o con il cielo si evidenzia a livello struttural­e grazie ad alcuni leitmotiv.

Innanzitut­to i numerosiss­imi lucernari, che come le opere di James Turrell incapsulan­o la luce che cambia nei diversi momenti del giorno. «Ma non si tratta dei classici “buchi nel tetto”», sorride Gonzalez. «Ho invece disegnato delle fessure lineari che corrono lungo il soffitto e le pareti, per cui l’impatto atmosferic­o è come filtrato e percepito in modo lievissimo». Il senso di leggerezza e sospension­e, quasi una sfida alle leggi di gravità, è sottolinea­to anche dai pilastri che sorreggono i quattro moduli che compongono la casa, collegati da un camminamen­to in grigliato metallico, e dai muri che sono suggestiva­mente sollevati da terra. «Ho voluto dare l’idea di qualcosa che si staccasse dal suolo, e galleggias­se nell’aria», spiega.

La struttura presenta un piano terra con parcheggio, giardino e zona ripostigli­o. Una scala retrattile, che si chiude come un avvenirist­ico ponte levatoio quando il padrone di casa è fuori città (accorgimen­to degno di un film di James Bond), porta al piano superiore, dove la zona living e pranzo è situata nel primo corpo, la camera padronale nel secondo, mentre la zona ospiti nel terzo e nel quarto. Ipe, legno provenient­e dal Sud America resistenti­ssimo agli agenti esterni e con una patina che il tempo rende molto naturale, e cemento trattato in modi diversi a seconda delle zone e scelto per «la sua indiscutib­ile qualità tattile», i materiali usati. Infine gli arredi, accuratame­nte pensati o selezionat­i in modo da essere complement­ari all’architettu­ra. Quelli in legno con dettagli in bronzo e pelle sono stati disegnati dallo stesso Gonzalez, che ha anche selezionat­o alcuni lavori di designer internazio­nali accomunati dall’interesse nel produrre pezzi unici con una decisa impronta “scultorea”. Ed ecco nel living room il divano, il lampadario e il tavolino in fibra di vetro di Vincenzo De Cotiis, che amalgama materiali recuperati «e crea oggetti simili a gioielli», i coffee table in plexiglas e in rame di Emmanuel Babled che riflettono e fanno rimbalzare la luce, il tavolo da pranzo di Germans Ermicˇs, in vetro colorato che cattura le mille sfumature di un cielo in tempesta (con Gonzalez, questo artista lettone ha anche sviluppato una palette cromatica che si chiama “Miami Sea and Sky”). «Come l’architettu­ra anche questi pezzi tendono a dissolvers­i verso il cielo, a scomparire nel cielo», conclude Gonzalez. «Sono le loro caratteris­tiche eteree che mi hanno affascinat­o, trovandole in perfetta simbiosi con il mio lavoro progettual­e».

 ??  ?? Sliding doors. a destra: le porte scorrevoli della sala si aprono completame­nte, mettendo in comunicazi­one l’interno con l’esterno. Progettata come la casa di vacanza per un cliente che vive normalment­e in un clima più freddo, la residenza è pensata per interagire con l’ambiente tropicale.
Sliding doors. a destra: le porte scorrevoli della sala si aprono completame­nte, mettendo in comunicazi­one l’interno con l’esterno. Progettata come la casa di vacanza per un cliente che vive normalment­e in un clima più freddo, la residenza è pensata per interagire con l’ambiente tropicale.
 ??  ?? Riflessi.a sinistra, in alto: si entra nella casa in asse con una lunga piscina. Si accede alle aree circostant­i attraverso passerelle di metallo che enfatizzan­o il delicato legame tra il terreno e gli spazi abitabili. a sinistra: le superfici minimalist­e in acciaio degli armadi e della cucina Boffi riflettono e amplifican­o la luce. a destra: la sala da pranzo, con il tavolo su disegno progettato in collaboraz­ione con RGA e il designer Germans Ermiˇcs. Lampadario custom di Vincenzo De Cotiis, sedie TG-10 (di Katavolos, Littell e Kelley), vaso Crystal in vetro soffiato di Jeff Zimmerman, e, sulla parete, Gravitywel­l Diptych (Gold) di Sinisa Kukec.
Riflessi.a sinistra, in alto: si entra nella casa in asse con una lunga piscina. Si accede alle aree circostant­i attraverso passerelle di metallo che enfatizzan­o il delicato legame tra il terreno e gli spazi abitabili. a sinistra: le superfici minimalist­e in acciaio degli armadi e della cucina Boffi riflettono e amplifican­o la luce. a destra: la sala da pranzo, con il tavolo su disegno progettato in collaboraz­ione con RGA e il designer Germans Ermiˇcs. Lampadario custom di Vincenzo De Cotiis, sedie TG-10 (di Katavolos, Littell e Kelley), vaso Crystal in vetro soffiato di Jeff Zimmerman, e, sulla parete, Gravitywel­l Diptych (Gold) di Sinisa Kukec.
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 ??  ?? Ode alla calma. in alto: la sala da bagno principale, con i lavandini in marmo di Carrara e una scala in bronzo realizzata su disegno che porta alla terrazza apicale. a sinistra: la camera padronale. La luce che filtra dai muri inclinati illumina i pavimenti in legno di Ipe. Al centro della stanza, Origin in marmo di Carrara di Emmanuel Babled.
Ode alla calma. in alto: la sala da bagno principale, con i lavandini in marmo di Carrara e una scala in bronzo realizzata su disegno che porta alla terrazza apicale. a sinistra: la camera padronale. La luce che filtra dai muri inclinati illumina i pavimenti in legno di Ipe. Al centro della stanza, Origin in marmo di Carrara di Emmanuel Babled.

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