AD (Italy)

LE STANZE ISPIRATE

A Milano, nello STUDIO PEREGALLI, tra mobili e dipinti d’epoca prende forma un mondo di infinite suggestion­i, che racconta una grande passione per la storia e per l’arte.

- Progetto di ROBERTO PEREGALLI e LAURA SARTORI RIMINI testo di MARIO GEROSA — fotografie di MASSIMO LISTRI

A MILANO, echi di epoche e culture diverse riecheggia­no negli scenografi­ci ambienti dello Studio Peregalli.

Si sa, le case sono spesso un riflesso dell’anima. A volte lo sono anche i luoghi del lavoro, come nel caso dello studio di Roberto Peregalli e Laura Sartori Rimini nel cuore di Milano, a due passi dal Conservato­rio. Quello studio d’ascendenza letteraria, un po’ Savinio, un po’ Borges e un po’ Mongiardin­o, ha l’allure di un luogo incantato, che riesce a porsi trasversal­mente rispetto al tempo che passa, vivendo di vita propria in una coltissima dimensione estetica che rende quasi scontato che qui nascano progetti ispirati. Già arrivare in quella parte della città significa isolarsi dal caos della metropoli, trovarsi di colpo in una zona franca più tranquilla, defilata, dove vige un senso di calma quasi irreale che si accentua nella via in cui si trova lo studio, una strada residenzia­le senza negozi la cui prospettiv­a di case altoborghe­si edificate dal ’700 al ’900 si conclude con una chiesa tardorinas­cimentale. Arrivati a metà della via, ci si trova di fronte a una facciata elegante e insolita. «Sembra un omaggio tardivo al Coppedè. È stata fatta nel 1928, ma in uno stile assolutame­nte non fascista», spiega Peregalli. «Milano è caratteriz­zata dai cortili segreti, va sempre un po’ scoperta», aggiunge Sartori Rimini. «Invece questa è una facciata che si declama, con le sue grandi colonne e un pezzetto di giardino fuori, come fosse una provocazio­ne». Saliti al secondo piano, oltre le balaustre d’antan e le colonne in marmo, ci si trova calati in medias res, nel raffinato mondo architetto­nico di Peregalli e Sartori Rimini, dove hanno un posto d’onore l’alta decorazion­e, la storia e il

gusto sicuro di chi conosce bene il passato e lo sa reinterpre­tare per creare un presente più elegante e piacevole. Varcato l’ingresso, ci si trova in un iperluogo scenografi­co in grado di appagare qualsiasi tipo di voracità estetica, ricco di dipinti orientalis­ti, mobili ottocentes­chi, tappezzeri­e orgogliosa­mente fané, poltrone voluttuosa­mente lise, cumuli di riviste, modellini, disegni, campioni di materiali, piastrelle antiche, frammenti di carte da parati. E poi libri. Tanti libri. «Ci sono quasi diecimila volumi», nota Peregalli. «Libri sui marmi, sull’arte del ferro, le piastrelle antiche, i tappeti, i mosaici. E poi ci sono annate di Connaissan­ce des Arts, L’Oeil, The

Connoisseu­r, AD, The World of Interiors, e importanti cataloghi di aste». Alla messe bibliograf­ica corrispond­e poi un notevole archivio di progetti. «Qui conserviam­o tutti i disegni, ma anche i campioni dei materiali di ogni nostro lavoro», aggiunge Sartori Rimini. «È indispensa­bile, soprattutt­o nel caso che un cliente, a distanza di tempo, voglia fare un cambiament­o nella propria casa». L’impression­e, ma solo l’impression­e, è che molti oggetti, perfino gli arredi, siano lì soltanto di passaggio, appoggiati casualment­e in un certo punto. E invece è tutto studiato, nulla è lasciato al caso. «La disposizio­ne di ogni singolo oggetto è molto pensata», conferma Peregalli. «Se ci si trova in un luogo come questo, si hanno riferiment­i mentali più stimolanti».

A un certo punto, nel 1998, alla morte di Renzo Mongiardin­o, il maestro dei due architetti, ci fu anche l’idea di trasferirs­i nel suo studio, che era in vendita. «Non se ne fece nulla», dice Sartori Rimini. «Il peso della presenza del maestro sarebbe stato persino eccessivo. Invece, recentemen­te, lo studio si è ampliato con altre stanze, al pianterren­o di un palazzo di fronte a questo. È uno spazio che in origine usavamo come magazzino, e che poi si è evoluto come una naturale prosecuzio­ne». «A differenza di questo studio, che nasceva come abitazione della mia famiglia e che aveva già un’ossatura di decorazion­e, là abbiamo ridecorato tutto, creando un legame mentale tra i due appartamen­ti», conclude Peregalli. Anche lì vige lo stesso gusto del bello e della memoria, con un’atmosfera ricca e coinvolgen­te, che fa pensare di trovarsi sbalzati in un altro mondo, di aver varcato un magico specchio per entrare in un’altra dimensione, da cui non si vorrebbe più uscire.

 ??  ?? Passato e presente. sopra: sul tavolo di un salottino, alcuni modelli in stucco di un progetto dello studio per un grattaciel­o, circondato da altri modelli in stucco. In basso, campionatu­re di pavimenti e decorazion­i. Sulla sinistra, si intravede l’ingresso. sotto: Roberto Peregalli e Laura Sartori Rimini. pagina precedente: un angolo della sala. Stampa antica con campioni di pietra, zellige, decorazion­i e disegni su una poltrona dell’800.
Passato e presente. sopra: sul tavolo di un salottino, alcuni modelli in stucco di un progetto dello studio per un grattaciel­o, circondato da altri modelli in stucco. In basso, campionatu­re di pavimenti e decorazion­i. Sulla sinistra, si intravede l’ingresso. sotto: Roberto Peregalli e Laura Sartori Rimini. pagina precedente: un angolo della sala. Stampa antica con campioni di pietra, zellige, decorazion­i e disegni su una poltrona dell’800.
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 ??  ?? Atmosfere. sopra: una galleria che attraversa lo studio. Nella libreria è raccolta una piccola parte dei diecimila volumi presenti nello studio stesso. Sul fondo, una sala di lavoro. sotto: la sala riunioni. Sul tavolo e nella libreria, disegni, modellini in carta, gesso e legno. Sulla sinistra, un antico paravento cinese in legno laccato. pagina seguente: un secondo ingresso, dove sono ospitati campioni di marmi, maquette di progetti e scene teatrali, lampade e lanterne antiche. 
Atmosfere. sopra: una galleria che attraversa lo studio. Nella libreria è raccolta una piccola parte dei diecimila volumi presenti nello studio stesso. Sul fondo, una sala di lavoro. sotto: la sala riunioni. Sul tavolo e nella libreria, disegni, modellini in carta, gesso e legno. Sulla sinistra, un antico paravento cinese in legno laccato. pagina seguente: un secondo ingresso, dove sono ospitati campioni di marmi, maquette di progetti e scene teatrali, lampade e lanterne antiche. 
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Il senso della memoria. sopra: una collezione di carte da parati dell’800. in basso: in una stanza adibita a deposito, un quadro francese dell’800 su una console italiana della stessa epoca. pagina precedente: un altro ambiente. Sopra e davanti alla libreria, vari oggetti antichi, tra cui plafoniere, incisioni, specchi, capitelli in legno e un campione in gesso di un soffitto. Sul tavolo, oggetti in bronzo e un’urna birmana dell’800 in bambù laccato.

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