AD (Italy)

Il grande chef ha creato un piccolo NIKO ROMITO paradiso dei sensi nel cuore dell’Abruzzo.

In un antico convento nell’Abruzzo più segreto, eros e gola trovano una nuova dimensione grazie all’essenziali­tà e alla SPIRITUALI­TÀ di un grande cuoco.

- di FIAMMETTA FADDA

Holy Sins.

In an ancient convent in the deep heart of Abruzzo, eros and gluttony find a new dimension thanks to the essentiali­ty and SPIRITUALI­TY of a great chef.

LA BONTÀ È SEMPLICE

Abruzzese, autodidatt­a, fautore di una cucina di raffinata semplicità, in soli 7 anni Niko Romito ha conquistat­o 3 stelle Michelin. Cura i ristoranti degli Hotel Bulgari di Milano e Pechino, ma il fulcro della sua attività è Casadonna. nikoromito.com/casadonna

Niko Romito cercava una nuova casa per la sua cucina. Una che meritasse il trasloco, anche degli affetti, dalla trattoria famigliare di Rovisondol­i, tra i monti dell’Abruzzo. E non la trovava. Finché un amico gli dice: a Castel di Sangro, qui vicino, c’è un convento di monache di clausura abbandonat­o. L’ha comprato un avvocato di New York, che non ci viene mai, magari ha voglia di venderlo. Vieni a vederlo. Per raggiunger­lo si attraversa il Sangro, si sale e si arriva a Casadonna, nome, un tempo, del cinquecent­esco convento. Luogo perfetto per ricavarci un rifugio di charme, nove camere più gli otto tavoli del ristorante Reale, tra i migliori d’Italia. Se è vero che i luoghi hanno una memoria, non poteva esserci un incontro più fortunato. Le monache approvereb­bero la pietra, il legno e il ferro che disegnano gli spazi sereni delle stanze, il frutteto, il silenzio, l’armonia. E approvereb­bero pure la cucina di Niko Romito che elimina ogni belluria per estrarre la forza dell’ingredient­e protagonis­ta. Dice il menu: “Spaghetti e pomodoro” e arriva un piatto di spaghetti che, a occhio, più elementare non si può. Poi si assaggia ed esplode un pomodoro che il palato sognava senza ancora saperlo. La cosa si ripete con l’Assoluto di cipolla; le Lenticchie nocciole e aglio. Portata centrale un pane, il “piatto” di cui Niko va più orgoglioso. Tutto apparentem­ente semplice. Perfino chi è giunto qui solo per assaggiare la cucina e vedere il celebre chef si trova a entrare in una dimensione fascinosa, lenta, avvolgente, erotica. Poi arriva lui, il cuoco, un San Francesco umile e sorridente. E si finisce per prenotare per il fine settimana successivo.

 ??  ?? Piccolo paradiso. in alto: veduta della corte aperta dell’hotel-ristorante di charme Casadonna: la vista spazia sulla tenuta di 6 ettari con giardino, vigneto sperimenta­le e frutteto. in basso, a sinistra: highlight del menu del ristorante Reale: gel di vitello, porcini secchi, mandorle e tartufo nero. sotto: ricavata in una ex-stalla la selezionat­issima cantina del Reale conta 500 etichette per un totale di 7.000 bottiglie.
Piccolo paradiso. in alto: veduta della corte aperta dell’hotel-ristorante di charme Casadonna: la vista spazia sulla tenuta di 6 ettari con giardino, vigneto sperimenta­le e frutteto. in basso, a sinistra: highlight del menu del ristorante Reale: gel di vitello, porcini secchi, mandorle e tartufo nero. sotto: ricavata in una ex-stalla la selezionat­issima cantina del Reale conta 500 etichette per un totale di 7.000 bottiglie.
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 ??  ?? Small paradise. top: the courtyard of hotel-restaurant Casadonna: view over the 6-hectare estate including garden, vineyard and orchard. below left: a highlight of Reale’s menu: veal jelly, dried porcini, almonds and black truffles. below: in a former stable, Reale’s wine cellar boasts a selection of 500 labels for a total of 7,000 bottles.
Small paradise. top: the courtyard of hotel-restaurant Casadonna: view over the 6-hectare estate including garden, vineyard and orchard. below left: a highlight of Reale’s menu: veal jelly, dried porcini, almonds and black truffles. below: in a former stable, Reale’s wine cellar boasts a selection of 500 labels for a total of 7,000 bottles.
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