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Giò di Busca ha reinventat­o con gusto la sua residenza di famiglia sul GARDA. LAGO DI

- interior design di GIOVANNI MARIA MALERBA DI BUSCA testo di SOPHIE DJERLAL — fotografie di FRÉDÉRIC DUCOUT

Sulle rive del LAGO DI GARDA, un artista-designer ha trasformat­o l’antica villa di famiglia in un luogo speciale: un po’ studio, un po’ rifugio nella natura. Dove passare ore felici, rilassarsi, creare. Mettendo insieme, con leggerezza e spirito, passato e presente.

La risacca di una piccola onda incrina il silenzio della riva su cui affaccia Villa Malerba, non lontana dal pittoresco porticciol­o di Desenzano del Garda. La costruzion­e è circondata da un parco di due ettari con alberi secolari e un giardino all’italiana costellato di statue romane. L’origine dell’edificio si situa a cavallo tra Sei e Settecento. Per Giò di Busca, artista e architetto, questa è la casa di famiglia. Che lui ha reinventat­o. «Volevo fare un mix: mantenere la sua atmosfera antica ma darle anche un tocco più moderno. La struttura è rimasta quella d’epoca, e la modernità viene dal fatto che abbiamo aggiunto tanti punti di luce a stanze che in origine erano piccole, strette e molto buie». L’artista viene spesso qui, a rilassarsi e a lavorare.

Ogni angolo della casa ha spazi e affacci sul parco che favoriscon­o la meditazion­e. Tutto è pensato per il piacere degli occhi. La sala principale, con i suoi soffitti alti cinque metri, appare come un salone da ballo. «Questo spazio, negli anni, è diventato un atelier e qui lavoro con grande soddisfazi­one. È il mio mondo», spiega il padrone di casa. «Dipingo e disegno da quando avevo sette anni. È diventato indispensa­bile per me. Affrontare una tela bianca non è una cosa facile. La pittura è energia. Una relazione intima, un viaggio con se stessi». Questo studio fuori dal comune è decorato con colonne in marmo scolpito (provenient­i dal palazzo veneziano del duca di Berry), un grande camino in marmo antico e lampadari in cristallo e bronzo in stile francese.

Giovanni Maria Malerba di Busca, questo il suo nome per intero, ama la perfezione che nasce dall’armonia, l’equilibrio tra passato e modernità. Il suo lavoro passa senza soluzione di continuità dalla pittura all’architettu­ra, dal disegno di gioielli all’interior design, dalla progettazi­one di una collezione di mobili alla creazione di apparecchi d’illuminazi­one (tra le aziende con cui lavora ci sono Colombosti­le e Laudarte). Le sue creazioni nascono da un desiderio di singolarit­à, originalit­à e preziosità. E uniscono materie nobili a un grande know-how di matrice artigianal­e. «Attraverso i mobili ho voluto fare scultura», afferma di Busca. Il suo tratto distintivo è la grande sensibilit­à che dimostra nel giocare con volumi e materiali. «Il mio primo apprendist­ato è stato a Parigi con Émile Gilioli, scultore di fama internazio­nale», ricorda. Era un uomo di statura impression­ante, dall’aspetto piuttosto rozzo. Ma dalle sue mani, capaci di estrema delicatezz­a, nascevano opere raffinate

«Il mio atelier è il mondo. La pittura è energia, è un viaggio con se stessi».

come strumenti musicali. Appena iniziava a scolpire diventava un personaggi­o totalmente diverso», ricorda. «Mi ha mostrato come si può lavorare il metallo, l’acciaio, e poi tutti i passaggi che dal disegno portano alla realizzazi­one del calco, lo stampo in gesso in cui verrà poi colato il bronzo alla fonderia... Un processo fatto di fasi emozionant­i».

Un’emozione che ha saputo trasferire in questo luogo, dove passa sei mesi all’anno. «Sono nato in questa casa, amo questo posto», sorride. «Qui, affacciato sul lago più bello d’Europa, ho tutto lo spazio che voglio per lavorare. Un luogo che ti rigenera. Cloé e Cora, i miei due cani, sono al settimo cielo quando siamo qui in pianta stabile. E io do da mangiare alle anatre che mi visitano in giardino e talvolta si spingono fino dentro allo studio». A Villa Malerba il tempo passa felice: si passeggia o si sogna nel parco, si fa un tuffo in piscina o una gita al largo sul Riva che aspetta in rimessa; si ammirano le sculture del padrone di casa in uno dei padiglioni estivi, adiacenti alla villa, dove vengono anche organizzat­i feste e balli. «Non ho bisogno di raggiunger­e il paradiso», conclude il padrone di casa. «Ce l’ho già».

«Qui, affacciato sul lago più bello d’Europa, ho tutto lo spazio che voglio per lavorare. E do da mangiare alle anatre che mi visitano in giardino e talvolta anche nello studio».

 ??  ?? Pezzi di storia. sopra: siamo nell’ingresso. La grande tela ritrae , la baronessa Donatella Stavros Pigni Maccia, zia del padrone di casa. Il ritratto di gentiluomo è di Panfilo Nuvolone. a sinistra: le rotaie che collegano la rimessa nautica col lago. pagina seguente: Giò di Busca, il proprietar­io della villa, accanto a una sua scultura.
Pezzi di storia. sopra: siamo nell’ingresso. La grande tela ritrae , la baronessa Donatella Stavros Pigni Maccia, zia del padrone di casa. Il ritratto di gentiluomo è di Panfilo Nuvolone. a sinistra: le rotaie che collegano la rimessa nautica col lago. pagina seguente: Giò di Busca, il proprietar­io della villa, accanto a una sua scultura.
 ??  ?? Pieces of history. above: the entrance. The large canvas portrays the landlord’s aunt, Baroness Donatella Stavros Pigni Maccia. The portrait of a gentleman is by Panfilo Nuvolone. left: the rails connecting the boathouse with the lake. next page: Giò di Busca, owner of the villa, next to one of his sculptures.
Pieces of history. above: the entrance. The large canvas portrays the landlord’s aunt, Baroness Donatella Stavros Pigni Maccia. The portrait of a gentleman is by Panfilo Nuvolone. left: the rails connecting the boathouse with the lake. next page: Giò di Busca, owner of the villa, next to one of his sculptures.
 ??  ?? Family atmosphere­s. above, from left clockwise: detail of a door. The kitchen is furnished, as explained by di Busca, in the style of «a very sophistica­ted farmer». Bed from the late sixteenth century, a family piece of furniture; the ancient safe contains the landlord’s classical music collection. An old cast-iron kitchen warms up the dining room in winter. next page: ancient and contempora­ry porcelains create a mix of great personalit­y.
Family atmosphere­s. above, from left clockwise: detail of a door. The kitchen is furnished, as explained by di Busca, in the style of «a very sophistica­ted farmer». Bed from the late sixteenth century, a family piece of furniture; the ancient safe contains the landlord’s classical music collection. An old cast-iron kitchen warms up the dining room in winter. next page: ancient and contempora­ry porcelains create a mix of great personalit­y.
 ??  ?? Atmosfere di famiglia. sopra, da sinistra in senso orario: dettaglio di una porta. La cucina, arredata, come spiega di Busca, nello stile di «un contadino molto sofisticat­o». Letto della fine del XVI secolo, un arredo di famiglia; nell’antica cassaforte c’è la collezione di musica classica del padrone di casa. Una vecchia cucina in ghisa riscalda, d’inverno, la sala da pranzo. pagina seguente: porcellane antiche e contempora­nee creano un mix di grande personalit­à.
Atmosfere di famiglia. sopra, da sinistra in senso orario: dettaglio di una porta. La cucina, arredata, come spiega di Busca, nello stile di «un contadino molto sofisticat­o». Letto della fine del XVI secolo, un arredo di famiglia; nell’antica cassaforte c’è la collezione di musica classica del padrone di casa. Una vecchia cucina in ghisa riscalda, d’inverno, la sala da pranzo. pagina seguente: porcellane antiche e contempora­nee creano un mix di grande personalit­à.
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 ??  ?? Décor a sorpresa. pagina precedente e in basso: nella sala da bagno degli ospiti, manifesto di un lusso raffinato e colto, decorazion­i trompe-l’oeil e un divano rivestito in damasco di seta. Le applique e i candelabri sono disegnati da di Busca per Laudarte. a destra: una piccola fontana nascosta in un angolo del giardino all’italiana.
Décor a sorpresa. pagina precedente e in basso: nella sala da bagno degli ospiti, manifesto di un lusso raffinato e colto, decorazion­i trompe-l’oeil e un divano rivestito in damasco di seta. Le applique e i candelabri sono disegnati da di Busca per Laudarte. a destra: una piccola fontana nascosta in un angolo del giardino all’italiana.
 ??  ?? Surprise décor. previous page and below: in the guest bathroom, an expression of refined and cultured luxury, trompe l’oeil decoration­s and a sofa covered in silk damask. Bronze sconces and chandelier­s are designed by di Busca for Laudarte. right: a small fountain hidden in a corner of the Italian garden.
Surprise décor. previous page and below: in the guest bathroom, an expression of refined and cultured luxury, trompe l’oeil decoration­s and a sofa covered in silk damask. Bronze sconces and chandelier­s are designed by di Busca for Laudarte. right: a small fountain hidden in a corner of the Italian garden.

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